venerdì 29 giugno 2018

Recensione #24: Diphylleia - Il ricordo di Valentina Bonci

Diphylleia – Il ricordo è un libro di Valentina Bonci.


Trama
La rabbia aveva prevalso sull'amore, e, a testa bassa e cuore infranto, ad Aiyana non restava che andarsene. E se ne andò. Perché non c’è rabbia più vera e pericolosa di quella degli innamorati che si sentono traditi. Degli innamorati che si sentono innamorati pazzi e si ritrovano morti e a pezzi.

Recensione
“Un fiore bianco che a contatto con l’acqua diventa trasparente. Un fiore che, quando piove, si trasforma. Sotto la pioggia i petali di questo fiore sembrano trasformarsi in cristalli scintillanti. Per via di questa particolarità viene chiamato Skeleton Flower, cioè fiore scheletro, ma il suo nome scientifico è Diphylleia grayi.”
La storia raccontata in questo libro è una storia davvero particolare. Conosciamo subito Aiyana, la protagonista, ma in una situazione per nulla felice: la ragazza, infatti, subisce un’aggressione piuttosto violenta che le causerà un coma lungo tre mesi. Al suo risveglio, Aiyana non ricorda più nulla del suo passato: non ricorda chi è, com'era la sua vita, chi sono i suoi parenti. La ragazza troverà al suo fianco sua nonna Karla, subito disponibile ad aiutare la nipote a recuperare la memoria, e Ben, un infermiere che le è stata vicino per tutto il periodo che ha passato in coma. Aiyana vive in un vero e proprio incubo, non riuscendo a ricordare nulla. L’unica cosa che le affiora alla mente è un nome e il ricordo di un affetto profondo legato ad esso. Grazie anche all'aiuto della nonna, Aiyana si ricorderà di Selene, la ragazza a cui è legato il nome e l’amore che ricordava dentro di sé. E con il riaffiorare di questi ricordi, Aiyana scoprirà anche la verità sulla sua aggressione.
“Dal suo viso cereo scesero frantumi della sua anima. Quelle che comunemente vengono definite lacrime. Ma quelle, quelle non erano lacrime. Agli innamorati, quando si sentono strappare il cuore dalla persona tanto amata, scendono pezzi di anima in frantumi dagli occhi.”
Diphylleia – Il ricordo è una storia che parla d’amore. Aiyana, infatti, riesce letteralmente a salvarsi grazie all'amore che sente dentro di sé. Aiyana perde la memoria e comincia ricordare soltanto quando le torna in mente Selene e l’amore che prova per lei. Il messaggio è chiaro: l’amore salva, sempre. E poco importa che tipo di amore sia e verso chi viene provato. Da qui, si intuisce rapidamente il motivo dell’aggressione subìto da Aiyana all'inizio del romanzo. Questo è il secondo punto fondamentale di questo libro e il tema è tanto attuale quanto fondamentale. In una società che pretende di essere moderna e sviluppata come la nostra, non è ammissibile vedere ancora tanta intolleranza e discriminazione nei confronti di chi consideriamo “diverso” (da chi ha una differente nazionalità a chi ha un diverso orientamento sessuale). Fin quando continueremo a sottolineare le diversità piuttosto che imparare a conoscere le persone per come sono, non riusciremo mai a considerare l’intera umanità come un’unica grande famiglia che comprende bianchi e neri, biondi e mori, alti e bassi, eterosessuali ed omosessuali, europei ed africani. Dovremmo semplicemente comprendere che ciascuno di noi è particolare ed unico a modo proprio e che ciascuno è felice in modi differenti: quando riusciremo a capirlo, allora diventeremo finalmente una società moderna e libera, quale fingiamo di essere attualmente. Ci ritroviamo a vivere in un periodo in cui siamo abituati a vedere guerre, morti o volgarità e li consideriamo normali, ma ci scandalizziamo ancora nel vedere due ragazzi che si tengono per mano o due ragazze che vogliono adottare un figlio. Prima o poi capiremo quali sono le vere priorità nella vita e quali sono i giusti valori da seguire per poterci considerare una società evoluta: tra questi, sicuramente da citare l’amore e la famiglia, indipendentemente dalle caratteristiche dei singoli individui che ne sono coinvolti. Il romanzo ha un chiaro messaggio e un forte impegno sociale: basta con l’omofobia, basta con i pregiudizi e smettiamo di affibbiare “etichette” a chi consideriamo diverso.

La storia è narrata in terza persona e al passato, da un narratore esterno alla vicenda che spesso si palesa con frasi del tipo “come ho già detto” oppure rivolgendosi direttamente al lettore. Nel racconto, nulla è lasciato al caso, perfino i nomi delle protagoniste hanno un significato ben preciso oppure i fiori che vengono acquistati e dati in dono: questo denota l’attenzione, la passione e la cura che Valentina Bonci ha messo in ogni singola parola del suo libro. Ci sono alcuni elementi che possono far storcere il naso: è un romanzo breve e spesso non si dà abbastanza spazio ad alcuni fatti narrati che potrebbero essere approfonditi ulteriormente o dei quali si potrebbero fornire maggiori dettagli; sono presenti diversi refusi sparsi nel testo, piccoli errori ortografici o grammaticali facilmente perdonabili; la storia è chiara e ben sviluppata, ma si potrebbe sapere di più su Selene o sulla vita delle due donne prima dell’"incidente”. L’elemento meno positivo riguarda l’”antagonista” della vicenda, colui che porta Aiyana ad un passo dalla morte: non svelerò l’identità di questo personaggio, ma la sua redenzione finale è fin troppo semplice e riesce praticamente a cavarsela con una pacca sulla spalla e un abbraccio affettuoso. Il messaggio di positività e speranza per il futuro è trasparente, anche grazie alla scelta di questo finale, ma avrei gradito anche un po’ di giustizia per Aiyana tanto per l’odio e la paura che ha portato ad un folle gesto, quanto per l’atto in sé, fortemente esecrabile a prescindere dalle “irragionevoli ragioni” che spingono un individuo a togliere quasi la vita ad un altro suo simile.

Il romanzo è da considerare una vera e propria arma sociale contro l’omofobia e Valentina Bonci (Elia Bonci nei social) affronta in modo diretto e senza mezzi termini un argomento troppo spesso evitato e considerato ancora un tabù. Ne consiglio la lettura a chiunque voglia conoscere la storia di Aiyana e voglia finalmente cominciare a riflettere sull'importanza della libertà e della felicità altrui, aiutando anche Elia a portare avanti una battaglia che non riguarda solo la comunità LGBT ma l’umanità intera affinché si possa finalmente parlare di uguaglianza e parità.

mercoledì 27 giugno 2018

Segnalazione #16: I libri di Roberta Chillè

Oggi il blog segnala i libri di Roberta Chillè. Di seguito tutte le info.

Ad ogni battito del tuo cuore

INFO
Titolo: Ad ogni battito del tuo cuore
Autore: Roberta Chillè
Genere: Romanzo rosa
Prezzo e-book: €1,99
Prezzo cartaceo: €8,32
Pagine: 127

TRAMA
Delle nuvole bianche e viola sono momentaneamente diventate la casa di Lily. Aveva tutto ciò che desiderava.
Niente di costoso poteva renderla più felice di un amore ricambiato o la passione per il proprio lavoro.
I suoi sogni sono stati infranti da qualcuno tanto egoista della propria vita da non pensare a quella altrui, ha portato Lily in un mondo dove nessuno può vederla, né sentirla.
Ma la speranza è l’ultima a morire; forse riuscirà ad avere il suo “E vissero felici e contenti” .
Perché delle volte solo lottando duramente anche contro se stessi si può raggiungere la vera felicità.

ESTRATTO
Un attimo. Cos'è?
In un attimo puoi ricevere il bacio più bello della tua vita, rispondere ad una domanda importante, abbracciare qualcuno che ami.
Stavo vivendo tutto questo, come in un sogno, anzi no, era la realtà, ed era una serata speciale, fino a quando delle nuvole bianche e viola hanno deciso di ospitarmi. Da qui, osservo le persone a cui voglio più bene parlarmi, raccontarmi le cose buffe che accadono loro, o semplicemente rievocano un ricordo a cui tengono particolarmente.
Per un po' non mi resta che osservare tutto ciò, con un po' di tristezza nel cuore, perché non dovrei trovarmi qui. Dovrei sorridere... Lo faccio lo stesso, anche in queste situazioni. Se mollo la presa, tutto è finito ancor prima di riaprire gli occhi, ma ci sono, non come dovrei, ovviamente.
Vigilo costantemente su chi ha sempre creduto in me, ed io non posso far altro che ascoltare, guardare con ammirazione, sperare che tutte queste nuvole possano un giorno andare via e ritornare alla realtà dove il mondo fin troppo egoista, è il mio posto.
Il mio mondo è fatto di tanto amore, tanto da farmi dimenticare tutto il male che lo circonda.
La mia casa è tra le braccia di coloro che non vedo l'ora di riabbracciare, e non sapevo di avere così tanto coraggio e forza in me, quando scopro che sono l'unico modo per poter sopravvivere ad un Destino crudele.
Per uno stupido istante mi ritrovo in un mondo sospeso, tra la vita e qualcosa che nessuno è mai riuscito a spiegare.

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L'arco degli amori perduti

INFO
Titolo: L'arco degli amori perduti
Autore: Roberta Chillè
Genere: Romanzo rosa
Prezzo e-book: €0,99
Prezzo cartaceo: €8,32
Pagine: 217

TRAMA
Al centro esatto dell'unico e incantevole parco della città di Lavender, definito come un posto magico dai tanti turisti che ogni anno la visitano, si trova un arco fiorito, custode di tanti baci, primi passi dei più piccini che non vedono l'ora di esplorare il mondo e di qualche piccolo segreto.
Un luogo pieno di magia, dove gli amori più difficili con il tempo riescono a ricongiungersi.
Dove tutta la tristezza è spazzata via, se solo per qualche minuto ci si siede a contemplare la serenità che emana un pomeriggio invernale fatto di aria fredda, e la pioggia è pronta a trasformarsi in piccoli cristalli di ghiaccio che fluttuano leggeri come tanti minuscoli petali pieni di speranza.
Qui, in questo paesino incantato, vive Lydia, una ragazza determinata, capace di dare tanto amore quando credeva di non aver più tempo da dedicargli, ecco che ritorna qualcuno in grado di stravolgere la sua quotidianità, come tanti anni fa.
Qualcuno che per tanto tempo è andato via dalla sua vita.
In una delle serate più fredde, chi è stato lontano da lei, proverà a farle battere di nuovo quel cuore ghiacciato come quello di una Principessa, rimasto immobile per tanto tempo.
Se il vero amore è in grado di riuscire a sbloccare l'anima più pura dalle piccole delusioni, allora sarà anche capace di farlo sbocciare più forte di prima.

ESTRATTO
Se due anime sono destinate a stare insieme per sempre, il destino sarà in nostro favore, nonostante  la maggior parte delle volte possa essere crudele.
Lo fa per metterci alla prova, ed è ciò che ha fatto con me, e con colui che non ho mai mandato via dal mio cuore. Tutto può finire, o ricominciare, ma le cose accadono per una ragione perché siamo noi stessi a deciderlo; il destino ci mette solo lo zampino, alla fine.
Non ho mai smesso di sperare in un amore vero, ma quando ne ho avuta la riconferma, è stato mille volte meglio di come me l’aspettavo nonostante le paure e incomprensioni.
Se ami davvero, niente è facile come può sembrarti nei film, l’ho provato io stessa sulla mia pelle; di mezzo c’è la voglia di dare e ricevere affetto più di ogni altra cosa, e se si concilia con l’amore della tua vita, allora nulla dividerà queste due anime.
Non il destino.
Non le paure.
Non la voglia di ricominciare insieme un’altra volta, ma questa volta per sempre.

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Il diario segreto di una book lover

INFO
Titolo: Il diario segreto di una book lover
Autore: Roberta Chillè
Genere: Racconto
Prezzo e-book: €0,99
Prezzo cartaceo: €5,10
Pagine: 70

TRAMA
Abbiamo tutti una passione che ci tiene ancorati a questo mondo che va sempre più a rotoli permettendoci di non cadere nell’oblio oscuro. In questo caso, Lynda, un’amante della lettura e di copertine super invitanti che l’attirano a sé, ha trascritto in un diario la sua passione, raccontando ciò che la lettura le ha trasmesso da quando ha sfogliato per la prima volta le pagine di un libro. É un viaggio dove ogni lettore riuscirà ad immedesimarsi e sorridere, rivedendo sé stesso in questo fantastico mondo chiamato book lover.

ESTRATTO
Nessuno ha il diritto di calpestare i nostri sogni, soprattutto se da essi impariamo tante cose e, con il tempo, sono in grado di lasciarci sempre emozioni che mai dimenticheremo.

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BIOGRAFIA
Nata a Messina nel 1988, da piccola leggeva davvero pochissimo, probabilmente non aveva ancora trovato il libro giusto. Nel 2008, leggendo per caso la trama di una saga fantasy, si è resa conto di quanto un libro potesse renderla completa e da quel momento non ha più smesso di leggere. Ha coltivato sempre più questa sua passione aprendo un blog ed un profilo Instagram dove condivide questo interesse con altri lettori, anche di altre nazionalità. Dopo tante appassionate letture, decide finalmente di voler scrivere di suo pugno un romanzo, e riversarne dentro non solo la propria immaginazione, ma soprattutto le sue passioni. Munita di carta, penna, e tanta pazienza comincia a scrivere e riscrivere, fino a dar vita al suo primo libro “Ad ogni battito del tuo cuore” e “L’arco degli amori perduti” di cui, un po' lo ammette, ne è estremamente fiera.

CONTATTI

lunedì 25 giugno 2018

Recensione #23: Non ti scordar di me di Laura San Brunone

Non ti scordar di me è il primo romanzo di Laura San Brunone.


Trama
La storia parla di una ragazza appagata dalla sua vita: ha un buon lavoro, un uomo che ama alla follia, sta realizzando tutti i suoi desideri. Il fidanzato finalmente le chiede di sposarlo e lei, presa da dubbi e prime insicurezze, accetta felice. Con lei ci sono due grandi amiche del liceo che le faranno da testimoni alle nozze e l'aiuteranno con i preparativi per il matrimonio. Ma qualcosa va storto.
Quando l'amore diventa qualcosa d'indispensabile e si trasforma in ossessione, è difficile essere lucidi e poter scindere la fantasia dalla realtà.
Racconto l'ossessione di amare a tal punto da immaginare situazioni inesistenti, autolesionismo, impulsi incontrollati della mente che portano a drammatiche situazioni.
L'amore viene descritto come un coltello affilato: il problema non è l'oggetto in sé, ma chi lo utilizza e per quali scopi.
Descrivo l'inaspettato che irrompe nelle certezze dell'innamorato, che divora lentamente l'anima di chi ama portandola verso l'oscurità.
Nel libro parlo anche di punti di riferimento importanti per la protagonista che l'aiuteranno a superare molti ostacoli della sua vita, come se fossero delle carte magiche da lanciare in caso di necessità.

Recensione
Il romanzo si presenta al lettore come se fosse un vero e proprio romance: Megan Wilson è soddisfatta del suo lavoro ed innamorata del suo fidanzato, l’affascinante Kevin Scott. Diverse pagine iniziali sono dedicate proprio ai sentimenti di Megan: si ha la sensazione, inizialmente, che ci si soffermi per troppo tempo, in realtà è tutto funzionale al resto della vicenda. Megan ci racconta come ha conosciuto Kevin e come si sono poi innamorati, ci parla del suo profondo sentimento nei confronti del fidanzato e di tutto ciò che sarebbe pronta a sacrificare o a cui rinuncerebbe per amore. “Io lo avrei seguito, credo. Non sarei riuscita a stare così tanto lontano da lui, anche a costo di bloccare la mia carriera. È molto difficile trovare la persona giusta e se si ha la fortuna di averla, si fa l’impossibile per tenersela stretta”, dice Megan. La ragazza raggiunge l’apice della felicità quando Kevin le chiede di sposarlo e si trasferiscono in una nuova casa insieme. Da quel momento, Megan e le sue due migliori amiche – Carole e Helen – si occuperanno dei preparativi per le nozze. In contemporanea, però, le cose cominciano a cambiare: Kevin sembra comportarsi in maniera diversa, Megan sospetta di un tradimento, litigano diverse volte e lei sembra assumersi delle colpe che in realtà non avrebbe. La situazione precipita quando Carole, l’amica di Megan e l’organizzatrice del suo matrimonio, sparisce. Attraverso Megan, proveremo a scoprire cosa sta succedendo e arriveremo a leggere un finale che non avremmo mai immaginato.

Laura San Brunone ha esordito con un romanzo davvero ben fatto. È un thriller psicologico che ci tiene incollati alle pagine, per sapere cosa succederà e come reagirà Megan. La storia è, infatti, narrata al presente ed in prima persona, dal punto di vista di Megan: seguiamo in ogni istante i suoi movimenti, i suoi pensieri, le sue sensazioni e le sue emozioni, quindi riusciamo ad empatizzare totalmente con lei. Troviamo molte descrizioni e narrazioni, mentre raramente vengono riportati dialoghi o discorsi diretti e ciò permette di immedesimarsi ancor di più con la protagonista. Ci ritroviamo in totale accordo con Megan: leggiamo degli avvenimenti dal suo punto di vista e cerchiamo di capire, insieme a lei, come si evolverà la situazione. Megan sembra una vittima inconsapevole e senza nessuna colpa, se non quella di amare follemente Kevin. I due stanno per coronare il proprio sogno d’amore e Megan non riesce a capire perché il suo fidanzato inizi a comportarsi diversamente proprio in quel momento: Megan è forse stata troppo ingenua, accecata dall'amore, per notare degli strani sguardi tra Kevin e un’altra donna, per rendersi conto che forse il suo fidanzato le sta nascondendo qualcosa. Non possiamo far altro che supportare Megan per cercare di arrivare alla soluzione del mistero. Lo stile dell’autrice, inoltre, contribuisce a tenere il lettore incollato alle pagine: la curiosità di scoprire la risposta a tutti gli interrogativi non basterebbe a far continuare la lettura se non entrasse in gioco anche la bravura dell’autrice nel saperci raccontare la storia. E, in effetti, arriviamo all’ultima pagina quasi senza neanche accorgercene e ci ritroviamo a fissare le parole a bocca aperta, spiazzati da un finale che difficilmente ci saremmo aspettati di leggere.

Ringrazio l’autrice per avermi dato l’opportunità di leggere il suo romanzo, lieta di non essere stata delusa dalle alte aspettative create dal genere stesso del thriller-psicologico: la storia e lo stile non deludono affatto. Ne consiglio la lettura a chiunque voglia cimentarsi con una storia ricca di mistero e fascino, capace di catturare l’interesse del lettore tenendolo incollato alle pagine.

sabato 16 giugno 2018

Recensione #22: L'incubo di Biancaneve di Scarlet Danae

L’incubo di Biancaneve. La città dei mercenari è il primo capitolo di una serie fantasy di Scarlet Danae.


Trama
Una ragazza sfortunata. Una misteriosa droga spacciata in delle mele. Un'overdose fatale e un viaggio in un mondo parallelo, infetto da un virus mortale e oppresso da sette streghe. Riuscirà Bianca a salvare il principe Darknight tenuto prigioniero nella città dei mercenari? Ma soprattutto, accetterà il suo destino come clone della rivoluzionaria Biancaneve?

Recensione
Libro che spopola sul web, del quale tutti sappiamo per certo una cosa: la Biancaneve protagonista non è sicuramente la dolce fanciulla che canta con gli animali e prepara la cena ai nanetti. Bianca – protagonista del romanzo – ci viene subito presentata come una ragazza con una vita per niente felice: orfana di entrambi i genitori, è costretta a vivere con la matrigna che la costringe a prostituirsi, perciò assume delle droghe per fuggire da questa triste realtà. Un giorno, a causa di una nuova droga spacciata attraverso le mele, si ritrova in un universo parallelo. Qui si ritroverà uno strano compagno di viaggio chiamato Cogito e dovrà affrontare alcune prove per portare a termine una missione affidatale da Biancaneve: trovare il misterioso Darknight. Bianca è una ragazza che non si lascia fermare da nessun ostacolo e trova sempre un modo per risolvere i problemi. Il suo personaggio è davvero ben delineato ed accattivante, se non fosse per alcune pecche: la volgarità nel linguaggio e i continui riferimenti sessuali ne diminuiscono la qualità. La storia potrebbe funzionare ugualmente anche senza le continue parolacce e i richiami al sesso, in quanto Bianca è un personaggio pungente e determinato e riesce a tener testa a chiunque semplicemente con la sua lingua affilata. Sono molto simpatiche le scene in cui Bianca si sofferma a puntualizzare futili dettagli in conversazioni di un certo peso, facendo arrabbiare, puntualmente, i suoi interlocutori. In egual modo, anche la scena finale strappa un sorriso al lettore, quasi si stesse assistendo ad una commedia degli equivoci in un universo fantastico.

La trama del romanzo ha del potenziale: una particolare droga spacciata nelle mele, l’esistenza di realtà parallele, un terribile virus chiamato Phrometeus da debellare, una regina malvagia da sconfiggere. Peccato che il tutto venga raccontato in poche pagine, qualcuna in più non avrebbe affatto guastato la lettura. In alcuni casi, infatti, si fatica ad immaginare il posto in cui Bianca si trova e questo è un problema in un romanzo fantasy, in cui le descrizioni servono al lettore proprio per figurarsi i luoghi concepiti dalla mente dello scrittore e che non esistono nella realtà. In alcuni casi, il romanzo ricorda anche le modalità di gioco di alcuni videogames: quando Bianca arriva alla città dei mercenari, ha necessità di procurarsi del denaro e il modo più semplice per farlo è quello di scegliere una missione da una bacheca e portarla a termine. Questo riprende, infatti, tutte quelle “missioni bonus” che si possono trovare nei videogames di avventura, quelle che servono anche a totalizzare punti extra. O ancora, Bianca può creare un checkpoint toccando la porta d’ingresso del luogo della sua missione (e qui credo che le spiegazioni del parallelismo con i videogames siano superflue).

Il romanzo è narrato in prima persona dal punto di vista di Bianca. Questa scelta narrativa permette al lettore di avvicinarsi direttamente alla protagonista e vivere le vicende rimanendo al suo fianco. A volte, Bianca-narratore si rivolge direttamente ai lettori, utilizzando espressioni del tipo «Penso che tutti voi avrete provato quella sensazione […]» o «Io non so dirvi se […]»: questi espedienti fanno sentire il lettore parte integrante della vicenda, sembra quasi che Bianca volti la testa dalla nostra parte e ci parli in maniera diretta. Un’ultima nota stonata sono i refusi sparsi per il testo, facilmente perdonabili in quanto si tratta chiaramente di pochi errori sfuggiti ad un’ultima revisione. Infine, un valore aggiunto è dato dai numerosi riferimenti che possiamo trovare tra le righe: da quelli artistici (con un richiamo a La libertà che guida il popolo di Delacroix) a quelli cinematografici (che spaziano con destrezza da Guerre stellari a Indiana Jones). Tutto sommato, la scrittura riesce a far appassionare alla storia e si avrà sicuramente voglia di leggere il seguito per scoprire come finirà la vicenda.

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro e consiglio anche a voi la lettura de L'incubo di Biancaneve per scoprire una protagonista lontana dai soliti stereotipi delle fiabe.

domenica 10 giugno 2018

Libri e film #4: Rapunzel e il suo rapporto con i libri


Torniamo con l’analisi di un altro film Disney in cui possiamo vedere la protagonista alle prese con la lettura. Sto parlando in questo caso di uno dei film Disney tra i più recenti: Rapunzel – L’intreccio della torre, del 2010.


Il film racconta di una dolce fanciulla dai capelli dorati che vive chiusa in una torre nascosta nella foresta. I lunghi capelli della ragazza sono magici: risplendono cantando una determinata melodia e hanno il potere di guarire e di ringiovanire le persone. Questi poteri furono scoperti dalla malvagia Gothel, colei che decise di rapire la bambina e rinchiuderla nella torre. Facendo leva sia sull'affetto che sulle paure di Rapunzel, Gothel riesce a farla restare dentro la torre per diciotto anni. La giovane, però, nota ben presto che ogni anno, nel giorno del suo compleanno, migliaia di luci si alzano in cielo e vorrebbe avere il permesso speciale di uscire dalla torre e andare a vedere queste luci per il suo diciottesimo compleanno. Gothel, ovviamente, rifiuta, ma l’occasione si presenta a Rapunzel quando, per caso, capiterà nella torre il furfante Flynn Rider, che sta scappando dalle guardie reali perché ha appena rubato, con due suoi compagni, il diadema della principessa perduta. Rapunzel scenderà a patti con il simpatico Flynn: la ragazza gli nasconde la borsa con il diadema, ma se lui la porterà a vedere le luci, lei gliela restituirà. Inizia così l’avventura della fanciulla alla scoperta di un mondo che non ha mai visto e che desidera scoprire, in felice compagnia del suo nuovo amico Flynn.

Anche Rapunzel, come Belle nell'analisi precedente, ci viene subito presentata come una fanciulla che si dedica alla lettura.
Sono le sette, è ora di cominciare.
Prendo la scopa e spazzo di qua e di là.
Corro di sopra, ho i panni da sistemare.
L'orologio, però, più veloce non va!

Afferro un libro o due, dalla mia libreria
E aggiungo un bel dipinto nella galleria.
Tra la chitarra, i ferri e la gastronomia
aspetto quel che succederà.


Così inizia il primo brano del cartone animato dal titolo Aspettando una nuova vita. Dobbiamo infatti cominciare a conoscere la simpatica fanciulla che vive da 18 anni all'interno della torre nascosta nella foresta e il brano ci offre proprio l’opportunità di sapere come la giovane trascorre le sue giornate: suona, cucina, prepara dolci, recita, dipinge. Tra le varie attività, si ritrova anche a leggere. Notiamo
subito, però, che la lettura per lei non è una vera e propria passione, ma soltanto uno dei tanti modi per provare a trascorrere il tempo infinito che ha a disposizione nella torre. A supportare questa idea vi è il fatto che possiamo vedere soltanto tre libri nella sua libreria: quello rosso di botanica (con la scritta “Botany” e il disegno di un fiore), quello blu di geologia (con la scritta “Geology” e il disegno di una pietra o un minerale), quello giallo di cucina (con la scritta “Cooking” e il disegno di alcuni utensili da cucina). Proseguendo con l’elenco delle sue attività, Rapunzel ripeterà Riprendo un libro o due, da quella libreria e viaggio ancora un po' con la mia fantasia”. In questa seconda parte, però, vediamo che la fanciulla è davvero annoiata da questa
attività: passa di nuovo davanti ai suoi scaffali e prende ancora una volta i libri di prima con un’espressione a metà tra la noia e la rassegnazione. La ragazza non è però da biasimare: ricette e nozioni scientifiche saranno interessanti, ma passare diciotto anni a leggere soltanto questo è un po’ una palla al piede. Madre Gothel potrebbe anche portarle qualche altro libro, magari qualche bel romanzo per permettere alla giovane di trascorrere il tempo più piacevolmente.


Dobbiamo tenere in considerazione un importante fattore: Rapunzel non è del tutto prigioniera della torre. Madre Gothel gioca molto sull'affetto e la fiducia che la ragazza prova nei suoi confronti e alimenta le sue paure continuando a ripeterle che il mondo è crudele e malvagio e soltanto lei potrà difenderla. In un certo senso, è anche la stessa Rapunzel che resta di sua volontà nella torre (viene detto, per esempio, che Gothel stia lontana anche per diversi giorni in base a ciò che deve fare e Rapunzel non ha mai tentato di fuggire o quantomeno uscire dalla torre e scendere nel prato lì sotto). Qualsiasi libro o romanzo, dunque, potrebbe compromettere questo rapporto tra le due, quindi è probabile che questo sia un motivo per il quale la fanciulla si ritrova a leggere soltanto trattati di botanica o geologia.

Con l’arrivo di Flynn (o Eugene, come preferisco io), Rapunzel dimenticherà totalmente i libri e la lettura: questo è un altro elemento che ci fa comprendere meglio che la lettura per lei non è una passione ma un passatempo. Torneremo a vedere Rapunzel con un libro soltanto quando arriverà al
villaggio insieme alla sua guida Flynn. Qui vediamo i due che stanno sfogliando un atlante geografico in mezzo a moltissimi volumi aperti. Probabilmente qui c’è un piccolo momento di svolta: finalmente la ragazza può avere a che fare con libri diversi dai soliti che aveva nella torre e il suo entusiasmo nei confronti di questi amici di carta cresce e cambia totalmente. Ha, infatti, sfogliato quelli che sembrano essere racconti, trattati, storie e perfino fiabe: tra gli altri, vediamo un libro con l’illustrazione di un cane sulla destra e il libro che narra le vicende de La bella addormentata sul davanzale della finestra.

Insomma, Rapunzel non ha un buon rapporto con la lettura, ma mi piace pensare che la rivaluti nel momento in cui può decidere lei stessa cosa leggere e quali libri sfogliare.

Sapevate già tutte le piccole curiosità sui libri in questo film? Fa parte della lista dei vostri Disney preferiti? Per me, la risposta è assolutamente sì! Magari, dopo questo articolo, guarderete il cartone animato con un occhio diverso!

giovedì 7 giugno 2018

Segnalazione #15: Il narratore di sogni di Livio Leoni

Oggi il blog segnala il romanzo di Livio Leoni. Tutte le info proseguendo la lettura!

INFO
Titolo: Il narratore di sogni
Autore: Livio Leoni
Editore: autopubblicato
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2018
Genere: romanzo contemporaneo, avventura, romance
Pagine: 316
Formato: cartaceo
Prezzo: €16,90
Disponibilità: Amazon, IBS, Youcanprint e altre librerie

TRAMA
Italia. Chi è quell'ostinata ragazza e perché è così attratta da quel misterioso indiano e dalla sua bizzarra danza? Sono le domande che attraversano la mente di Lee, ormai innamorato di lei.
Giappone. Come posso aiutare Chieko e salvarla dalla pericolosa morsa di sogni che sembra stringersi sempre più stretta intorno a lei? Si chiede preoccupato Kato, il suo ragazzo.
Pronti a tutto per ricongiungersi alle persone amate, i due giovani dovranno partire per un viaggio durante il quale le loro storie si intrecceranno a quella di una pericolosa organizzazione senza scrupoli che è alla ricerca del misterioso indiano da cui sembrano dipendere le sorti di tutti: il narratore di sogni.

Un’originale storia d’amore che intreccia generi diversi, quali l’avventura, l’azione ed il thriller, a riferimenti alla cultura pop anni ’80 e ’90. Allo stesso modo i personaggi, che trovano la forza di combattere per ciò a cui più tengono nell'emozione che scalda i loro cuori, scopriranno come le loro vite siano indissolubilmente  collegate le une alle altre come le tessere di un incredibile puzzle.

CONTATTI
Sito autore: https://ilnarratoredisogni.weebly.com/
Pagina Facebook: https://www.facebook.com/ilnarratoredisogni/

lunedì 4 giugno 2018

Recensione #21: La follia o l'amore? di Nino Inzerillo

La follia o l’amore? è il romanzo di Nino Inzerillo che chiude la saga iniziata con Il terremoto inventato.


Trama
Il professore, protagonista della saga letteraria iniziata con Il Terremoto Inventato, si trova di fronte alla necessità di imporre una netta svolta alla propria vita, sia sentimentale sia professionale. Ci sono dei sogni da realizzare, quello di diventare uno scrittore affermato e l'altro, di riprendere una vita sociale e trovare la donna che sappia accoglierlo ed amarlo. Una scelta che, almeno apparentemente, si restringe a due sole scelte: l'amore o la follia. Ci sarà una soluzione che sappia conciliare le due direzioni, almeno apparentemente polari, dicotomiche? Non è forse vero che amore e follia hanno più cose in comune di quanto siamo soliti affermare?

Recensione
Il romanzo conclusivo della saga di Nino Inzerillo era assolutamente necessario per chiudere una gestalt – come piace dire all'autore stesso – altrimenti incompiuta. Punto forte di quest’ultimo romanzo: un finale per nulla scontato. Sembra quasi che le scelte compiute per il Professore-personaggio servano anche all'autore per trovare un riscatto per sé.

La prima parte del romanzo ha degli aspetti sia positivi che negativi. Vi sono molte pagine piene di piacevoli riflessioni sull'amore, sulla solitudine, sul tempo e altri argomenti. Inoltre, una delle prime considerazioni ha a che fare con la delusione di sentirsi un fallimento come scrittore. Da qui, si apre un intero capitolo dedicato ai romanzi già scritti e all'esperienza di scrittura: vengono esposte delle critiche dirette a chi aspetta di ricevere il libro gratuitamente per leggerlo o, ancora, si possono trovare i pensieri di delusione dell’autore stesso, certo di aver scritto dei romanzi di qualità che non ottengono il successo che meritano. Tutti questi elementi sono piacevoli da leggere e affrontare, sono ottimi spunti di riflessione e si toccano argomenti che spesso si danno per scontati. L’ultimo degli argomenti prima citati, però, rende il tono della narrazione troppo polemico, appesantendo la piacevolezza della lettura. Un altro elemento si può considerare tanto positivo quanto negativo: è il capitolo sui metaloghi (definiti come conversazioni su argomenti problematici, in cui le risposte rimandano sempre ad altri quesiti e concetti). Si tratta di un capitolo davvero interessante dal punto di vista sociologico e antropologico, comprensibile più facilmente da chi ha già maggiore dimestichezza con tali argomenti, magari proprio perché ha avuto modo di affrontare studi sociologici. Chi non ha alcun interesse o conoscenza in questo campo, potrebbe trovare piuttosto noioso questo argomento, tanto più perché non si tratta di un semplice accenno ma vi si dedica un intero capitolo. Così come aveva fatto Bateson, l’autore riporta dei veri e propri esempi di metaloghi, che però risultano ripetitivi (diverse interviste realizzate da alcune blogger, per esempio).

Lo stile si riconferma quello a cui eravamo già abituati: ricercato, curato e mai banale. La narrazione continua ad essere in prima persona e dal punto di vista del protagonista, così da mantenere quella vicinanza e quell'intimità tra lettore e personaggio già creata nei romanzi precedenti.

Ringrazio infinitamente l’autore per avermi permesso di leggere i suoi romanzi e aiutarlo, seppur in piccolo, ad aumentarne la visibilità. Consiglio in generale la lettura del primo capitolo della saga, Il terremoto inventato: riuscirà a coinvolgervi davvero in profondità e non potrete fare a meno di proseguire con gli altri capitoli per arrivare alla conclusione con quest’ultimo romanzo.