sabato 16 giugno 2018

Recensione #22: L'incubo di Biancaneve di Scarlet Danae

L’incubo di Biancaneve. La città dei mercenari è il primo capitolo di una serie fantasy di Scarlet Danae.


Trama
Una ragazza sfortunata. Una misteriosa droga spacciata in delle mele. Un'overdose fatale e un viaggio in un mondo parallelo, infetto da un virus mortale e oppresso da sette streghe. Riuscirà Bianca a salvare il principe Darknight tenuto prigioniero nella città dei mercenari? Ma soprattutto, accetterà il suo destino come clone della rivoluzionaria Biancaneve?

Recensione
Libro che spopola sul web, del quale tutti sappiamo per certo una cosa: la Biancaneve protagonista non è sicuramente la dolce fanciulla che canta con gli animali e prepara la cena ai nanetti. Bianca – protagonista del romanzo – ci viene subito presentata come una ragazza con una vita per niente felice: orfana di entrambi i genitori, è costretta a vivere con la matrigna che la costringe a prostituirsi, perciò assume delle droghe per fuggire da questa triste realtà. Un giorno, a causa di una nuova droga spacciata attraverso le mele, si ritrova in un universo parallelo. Qui si ritroverà uno strano compagno di viaggio chiamato Cogito e dovrà affrontare alcune prove per portare a termine una missione affidatale da Biancaneve: trovare il misterioso Darknight. Bianca è una ragazza che non si lascia fermare da nessun ostacolo e trova sempre un modo per risolvere i problemi. Il suo personaggio è davvero ben delineato ed accattivante, se non fosse per alcune pecche: la volgarità nel linguaggio e i continui riferimenti sessuali ne diminuiscono la qualità. La storia potrebbe funzionare ugualmente anche senza le continue parolacce e i richiami al sesso, in quanto Bianca è un personaggio pungente e determinato e riesce a tener testa a chiunque semplicemente con la sua lingua affilata. Sono molto simpatiche le scene in cui Bianca si sofferma a puntualizzare futili dettagli in conversazioni di un certo peso, facendo arrabbiare, puntualmente, i suoi interlocutori. In egual modo, anche la scena finale strappa un sorriso al lettore, quasi si stesse assistendo ad una commedia degli equivoci in un universo fantastico.

La trama del romanzo ha del potenziale: una particolare droga spacciata nelle mele, l’esistenza di realtà parallele, un terribile virus chiamato Phrometeus da debellare, una regina malvagia da sconfiggere. Peccato che il tutto venga raccontato in poche pagine, qualcuna in più non avrebbe affatto guastato la lettura. In alcuni casi, infatti, si fatica ad immaginare il posto in cui Bianca si trova e questo è un problema in un romanzo fantasy, in cui le descrizioni servono al lettore proprio per figurarsi i luoghi concepiti dalla mente dello scrittore e che non esistono nella realtà. In alcuni casi, il romanzo ricorda anche le modalità di gioco di alcuni videogames: quando Bianca arriva alla città dei mercenari, ha necessità di procurarsi del denaro e il modo più semplice per farlo è quello di scegliere una missione da una bacheca e portarla a termine. Questo riprende, infatti, tutte quelle “missioni bonus” che si possono trovare nei videogames di avventura, quelle che servono anche a totalizzare punti extra. O ancora, Bianca può creare un checkpoint toccando la porta d’ingresso del luogo della sua missione (e qui credo che le spiegazioni del parallelismo con i videogames siano superflue).

Il romanzo è narrato in prima persona dal punto di vista di Bianca. Questa scelta narrativa permette al lettore di avvicinarsi direttamente alla protagonista e vivere le vicende rimanendo al suo fianco. A volte, Bianca-narratore si rivolge direttamente ai lettori, utilizzando espressioni del tipo «Penso che tutti voi avrete provato quella sensazione […]» o «Io non so dirvi se […]»: questi espedienti fanno sentire il lettore parte integrante della vicenda, sembra quasi che Bianca volti la testa dalla nostra parte e ci parli in maniera diretta. Un’ultima nota stonata sono i refusi sparsi per il testo, facilmente perdonabili in quanto si tratta chiaramente di pochi errori sfuggiti ad un’ultima revisione. Infine, un valore aggiunto è dato dai numerosi riferimenti che possiamo trovare tra le righe: da quelli artistici (con un richiamo a La libertà che guida il popolo di Delacroix) a quelli cinematografici (che spaziano con destrezza da Guerre stellari a Indiana Jones). Tutto sommato, la scrittura riesce a far appassionare alla storia e si avrà sicuramente voglia di leggere il seguito per scoprire come finirà la vicenda.

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro e consiglio anche a voi la lettura de L'incubo di Biancaneve per scoprire una protagonista lontana dai soliti stereotipi delle fiabe.

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