domenica 20 maggio 2018

Recensione #19: Contes fantastiques di Guy de Maupassant

Poco tempo fa, ho terminato una breve lettura: si tratta di alcuni racconti di Maupassant, letti in lingua originale. La mia edizione contiene undici racconti, dei quali vi riporto il titolo in francese: Sur l’eau; Magnétisme; La peur; Apparition; Lui?; La main; La chevelure; A vendre; L’auberge; Le Horla; Qui sait?.


Vi riporto brevemente la trama di alcuni di essi:
Sur l’eau: racconta di un pescatore che decide di fare un giro in barca di sera, ma rimane bloccato nel fiume perché la sua ancora si incastra. È costretto a trascorrere la notte sulla barca e accadono eventi sinistri: sale la nebbia, non riesce più a vedere nulla, comincia a sentire strani rumori. Solo il giorno dopo altri pescatori lo troveranno e lo aiuteranno a liberare l’ancora, facendo anche una sconcertante scoperta.
L’auberge: si narra di due uomini che trascorrono l’inverno in un rifugio in montagna per prendersene cura al posto dei proprietari che si allontanano per un periodo. L’uomo più anziano è un esperto montanaro e passerà i mesi insieme ad un giovane e al cane della famiglia in partenza. Il tempo trascorre lento ma tranquillo, fin quando non cominciano ad accadere cose strane: l’uomo, esperto di montagna, non fa più ritorno da un’uscita di caccia, il giovane, anche se inesperto, prova invano a cercarlo, la montagna produce inquietanti rumori, si avvertono strane presenze e voci provenienti dalla neve. Cosa troverà la famiglia, quando tornerà alla fine dell’inverno?
Le Horla: il protagonista di questo racconto vive degli strani avvenimenti, rendendosi conto che durante le notti qualcuno beve la sua acqua e il suo latte. Pensa di essere un sonnambulo o che sia lui, comunque, a far ciò e, per trovare risposte, va quindi prima a Mont Saint-Michel a parlare con un monaco e poi a trascorrere un po’ di tempo dalla cugina. Qui, assiste ad una seduta di ipnosi e vede la cugina comportarsi in modo strano quando viene ipnotizzata dal suo medico. Pensa, dunque, che a lui possa essere accaduto qualcosa del genere e torna a casa con questa convinzione. Sarà davvero questa la spiegazione degli strani avvenimenti in casa sua? O qualcosa di più inquietante avviene sotto il suo tetto?
Apparition: narra di un soldato che incontra un amico d’infanzia e si raccontano il loro passato. L’amico dice che è stato sposato ma la moglie morì dopo solo un anno, così lui lasciò la sua vecchia casa. Chiede, quindi, al soldato di andare nella vecchia casa a prendere dei documenti per lui, ma quando il giovane vi entra, inizia a vivere delle particolari esperienze: sente dei sospiri, si sente sfiorare, sembra esserci qualcun altro oltre a lui. Di chi si tratta? È una persona reale o un’entità soprannaturale?
La main: si racconta di un giudice che narra un fatto per lui inspiegabile. Aveva conosciuto un inglese che stava sempre in solitudine e su cui giravano strane voci. Quando il giudice aveva visitato la sua abitazione, l’inglese gli aveva mostrato qualcosa di sconcertante: un’enorme mano umana incatenata ed esposta come un trofeo. A chi apparteneva? L’inglese non sembrava essere al sicuro, perché?

Recensione
Guy de Maupassant è famoso per romanzi di successo del calibro di Bel Ami o di racconti come La casa Tellier. Nel corso della sua vita, lo scrittore francese compose più di 300 racconti e novelle, spaziando tra i più disparati argomenti quali il suicidio, l’adulterio, l’omosessualità, l’ateismo. Il piccolo volume in questione riunisce undici racconti che si ricollegano al tema del sovrannaturale (non a caso, raccolti sotto il titolo di Contes fantastiques, “Racconti fantastici”).
In questi racconti specifici, lo stile di Maupassant è davvero particolare. Si avvicina molto allo stile di Poe e dei suoi racconti del terrore, ma differisce da esso per un elemento in particolare: Poe intende far sentire un brivido di terrore ai suoi lettori, mentre Maupassant si “accontenta” di creare in loro un sentimento di inquietudine.

I racconti sono davvero di poche pagine e di rapida lettura. Ciascuno di essi non racconta molti fatti o avvenimenti. Lo scrittore si sofferma molto di più a descrivere i luoghi e, soprattutto, i sentimenti e gli stati d’animo dei vari protagonisti: possiamo leggere, dunque, di strani eventi (mobili che si muovono ed escono da un’abitazione) e di luoghi così silenziosi da creare apprensione (il fiume di notte dove un pescatore è bloccato), di personaggi insoliti (un cacciatore che espone un arto umano tra i trofei) e di avvenimenti inspiegabili (bicchieri d’acqua che vengono ritrovati vuoti senza nessun apparente motivo). Anche in pochissime pagine, Maupassant riesce perfettamente nel suo intento di creare apprensione e tensione in chi legge: gli bastano poche righe e la sua grande capacità di scrittura e il gioco è fatto. Mette in atto giochi di ambiguità, mostra le ansie dei protagonisti che si riversano nel lettore, ambienta i fatti in luoghi silenziosi e misteriosi, ci mostra continuamente i trasalimenti e i sussulti dei personaggi, i loro presentimenti e i dubbi. L’ansia sale così a livelli stellari e si riesce a sentire chiaramente un’inquietudine interiore.

Questi racconti hanno, però, un enorme aspetto negativo. Dopo tutta questa suspense, ci si aspetta una vera e propria rivelazione: purtroppo, questo non accade quasi mai (se non in pochi racconti, tra quelli in oggetto). Gran parte delle volte si termina la lettura di un racconto e si pensa: “E dunque? Sono stato inquieto finora a quale scopo?”. Uno dei migliori racconti è sicuramente Sur l’eau (Sull’acqua) insieme a L’auberge (La locanda): con questi racconti (e qualche altro), il senso d’inquietudine che nasce durante la lettura rimane anche dopo aver terminato le poche pagine e si deve necessariamente riprendere fiato e tornare alla realtà. Per le altre storie, invece, questo non accade e la tensione portata avanti fin quasi alla fine svanisce improvvisamente realizzando che non si ha nessuna soluzione al mistero o che non si scopre nulla di più rispetto a quanto narrato a livello di sensazioni e sentimenti.

Lo stile di Maupassant è senza dubbio particolare, è un maestro del mistero ed è sicuramente uno dei padri del racconto moderno: le conclusioni dei suoi “racconti fantastici” non lasciano quasi nulla al lettore, ma le narrazioni fanno insorgere con destrezza un senso di inquietudine che difficilmente si riesce a dimenticare.

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