domenica 29 aprile 2018

Recensione #16: Wild Lake di Bianca Ferrari

Wild Lake è il romance d’esordio di Bianca Ferrari.


Trama
J. Lee è nata e cresciuta nel freddo Maine: sembra una ninfa dei boschi con quei suoi capelli rossi, ricci come una criniera e gli occhi verde scuro. Ha un carattere vivace, curioso ed estremamente solare, ma, dietro grandi sorrisi e una spiccata empatia, nasconde un grande dolore, a causa del quale è stata costretta a trasferirsi in Oklahoma.
Nathaniel, invece, non ha mai lasciato Broken Arrow, dove conduce un’esistenza solitaria. Ogni persona cui abbia voluto bene l’ha abbandonato, lasciandogli la convinzione di non valere niente: e come in una profezia che si avvera, fa di tutto per corrispondere all’immagine che ha di sé.
L’incontro tra i due potrebbe essere la cura per le loro sofferenze: cura che passerà dalla forza apparentemente incrollabile di J. Lee, ai tormenti inquieti e alle paure di Nathaniel.
Riusciranno, insieme, a superare le difficoltà e a confessare sentimenti troppo forti per essere soffocati? E cosa succederà quando sarà J. Lee a crollare sotto i colpi implacabili del destino? È possibile, per un amore così giovane, affrontare intemperie e tempeste, rimanendo saldo nei loro cuori?

Recensione
Wild Lake è il primo romanzo di Bianca Ferrari ed è un ottimo trampolino di lancio per la sua bravura come scrittrice. Ha uno stile curato e lineare, che riesce a trasmettere le emozioni in maniera diretta. I fatti ci vengono raccontati in terza persona e da un punto di vista multiplo, che passa costantemente da uno all'altro dei protagonisti. Uno degli elementi migliori del suo stile è il suo modo di presentare, caratterizzare e descrivere i personaggi: i tre principali sono J. Lee, Andrew e Nathaniel e ciascuno di essi ci viene raccontato a 360 gradi attraverso descrizioni dirette, espressioni, pensieri riferiti, comportamenti.

La protagonista indiscussa è J. Lee Sullivan, la ragazza che vediamo in copertina e legata anche al titolo del libro. Questa la descrizione che troviamo di lei:
“Capelli ricci ingestibili di una sfumatura più simile all'arancio che al rosso, che per quanto tentasse di far crescere rimanevano a lunghezza delle spalle, allargandosi intorno al capo come una criniera infiammata e dandole un’aria un po’ da folletto dei boschi. Occhi verde bottiglia, di quel colore che da lontano non rivela ogni sfumatura, ma che da vicino è variegato come la superficie di un lago selvatico; corpo minuto e postura che passava dalla chiusura all'entusiasmo in un attimo.”
J. Lee (scopriremo leggendo per cosa sta la J del suo nome), ha vissuto nel Maine con i suoi genitori, ma è costretta a trasferirsi dai Cooper a Broken Arrow dopo che un evento traumatico si è abbattuto su di lei. J. Lee è una diciassettenne con un enorme entusiasmo, sempre allegra e positiva, riesce a far fronte alle difficoltà della vita con un sorriso sulle labbra e coinvolgere tutti con il suo brio. Si incupisce soltanto quando si fa riferimento alla tragedia che ha vissuto, pertanto tutti attorno a lei evitano di parlarne. I Cooper hanno un figlio di nome Andrew, su una sedia a rotelle a causa di un brutto incidente, e la ragazza lega subito con lui, divenendo grandi amici. Il destino non ha però finito con J. Lee e le giocherà un altro brutto tiro, al quale la ragazza dovrà resistere, anche se questa volta avrà un’altra persona al suo fianco ad aiutarla e sostenerla.
Andrew Cooper è un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri, a cui piaceva praticare sport al liceo. La sua passione viene, purtroppo, fermata da un incidente automobilistico in cui perde l’uso delle gambe e questo lo porterà ad isolarsi e chiudersi in sé stesso. A ciò si aggiunge anche un enorme tradimento da parte del suo migliore amico e compagno di squadra Nathaniel, che tornerà a farsi vivo poco dopo l’arrivo della sua nuova amica. Su Andrew, J. Lee e la sua grande positività hanno una enorme influenza e il ragazzo verrà spronato e convinto a rimettersi in gioco e riprendere in mano il proprio futuro, uscendo finalmente dal guscio che si era creato attorno per isolarsi.
Nathaniel Reed, infine, è il ragazzo bellissimo e perfetto che fa innamorare di sé le ragazze dell’intera scuola, ma che sembra dover stare con la solita bionda mozzafiato che non lo faccia sfigurare. In realtà, Nate è un ragazzo ben più profondo e complesso, impareremo a conoscerlo lentamente e scopriremo quanti problemi, soprattutto familiari, si celino dietro la sua maschera. È perennemente deluso da tutti coloro che gli stanno attorno perché viene puntualmente abbandonato e lasciato da solo; non ha quasi famiglia se non sua sorella, ma anche quest’ultima non gli è di molto supporto e gli causerà vari problemi. Nate svelerà, tanto a sé stesso quanto ai suoi amici, delle nuove parti di sé, quella fedele e passionale in amore e quella altruista per affetto.

Questi elementi rendono il romanzo molto piacevole, altri, invece, lo fanno apprezzare un po’ meno.
I personaggi sono tre adolescenti: Nate e J. Lee frequentano l’ultimo anno del liceo, mentre Andrew andrà al college. Utilizzano prevedibilmente un linguaggio adatto alla loro età, si scambiano epiteti bonariamente offensivi e non mancano di utilizzare parolacce o termini poco galanti. Tutto ciò non disturba la lettura, ma contribuisce a sottolineare quanto siano giovani i personaggi e parecchi elementi stonano con la loro giovane età. Trattandosi di un romance, ci ritroviamo a leggere una storia d’amore che fa sognare ad occhi aperti, ma che presto sembra trasformarsi in una relazione morbosa, in cui i due ragazzi non riusciranno a fare a meno l’una dell’altro in maniera eccessiva: ci viene detto chiaramente che i due non si separano mai, tanto che spesso J. Lee si ferma a casa di Nate senza che i Cooper ne siano minimamente disturbati; quelle poche volte che sono costretti a stare separati, iniziano subito a mandarsi messaggi con il cellulare e l’altro è sempre pronto a rispondere con immediatezza, come se si trattasse dell’ossigeno per vivere. Nella loro storia troviamo anche numerosi riferimenti non adatti alla loro età. Se all'inizio della narrazione troviamo J. Lee che cita Agatha Christie o Jane Austen (plausibile, ma che poi verranno totalmente dimenticate nella seconda metà del romanzo, quando J. Lee cambia come la Anastasia Steele di Cinquanta sfumature), in altre parti del libro la stessa ragazza si paragonerà a Bridget Jones (bellissimo personaggio letterario, ma poco adatto come paragone con una diciassettenne) o farà riferimento a Laguna blu (film del 1980, difficilmente conosciuto dagli adolescenti di oggi).
Anche altri elementi contrastano con la giovane età dei ragazzi: J. Lee ci viene presentata come una ragazza inesperta che, però, già nella prima scena hot diventa disinibita e piuttosto competente; diverse volte la giovane fa riferimento alle storie passate di Nate, paragonandosi a quelle che non chiama “le altre ragazze” da lui avute, ma addirittura “donne”, come se si trattasse di pensieri che nascono nella mente di un’adulta; il legame d’affetto tra Nate e J. Lee è davvero forte e profondo, ma è piuttosto innaturale discutere di creare una famiglia, di avere dei figli o di vivere insieme a quell'età, senza nemmeno aver terminato il liceo o aver preso in considerazione l’idea di frequentare il college o di cosa fare del proprio futuro. Nonostante i ragazzi siano presentati in maniera impeccabile e siano ben caratterizzati, sembra che crescano rapidamente da un capitolo all'altro, pur mantenendo la stessa età dall'inizio alla fine. Il loro evolversi caratterialmente e psicologicamente non avviene in contemporanea con la loro età e questo disturba un po’ lo scorrere degli eventi. La seconda parte del romanzo diviene, poi, piuttosto prevedibile, nonostante la scrittura dell’autrice tenti di celare molte informazioni al lettore per aumentare l’effetto sorpresa. Il finale sarà apprezzato da chi riesce a sognare senza barriere e limiti insieme ai due ragazzi protagonisti della vicenda.

Ringrazio Bianca per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro, le auguro di continuare la strada intrapresa perché ha dimostrato di avere talento e consiglio la lettura del suo romanzo d’esordio ai sognatori, innamorati dell’amore e delle storie che fanno brillare gli occhi, tinte anche di passionalità.

venerdì 20 aprile 2018

Recensione #15: La Moleskine ritrovata di Nino Inzerillo

La Moleskine ritrovata è un romanzo di Nino Inzerillo.


Trama
Un vecchio taccuino, una piccola Moleskine nera, conservata per sedici lunghi anni in un cassetto. Nelle sue pagine una novella, scritta nel corso dei giorni, quelli che segnavano la frequentazione di una donna, che sembrava essere solo un ricordo, poi un sogno, uno di quelli che ti restituiscono la voglia di riprendere la stilografica e farne un romanzo vero. Un’altra tappa di quella che è, ormai, una vera e propria saga. Tutto ebbe inizio da un Terremoto Inventato, o forse no, non ti resta che leggere.

Recensione
Ci ritroviamo a parlare di Nino Inzerillo e della sua saga iniziata con Il terremoto inventato. Il capitolo in questione potrebbe essere considerato un romanzo breve o un racconto lungo. Qui ci viene narrato un episodio molto particolare: Nino decide di inviare il suo manoscritto a Pia, la donna che gli ha ispirato il racconto scritto sulla Moleskine del titolo, ma che non vede da ben sedici anni.  Potrebbe sembrare un gesto sconsiderato, ma proseguendo con la lettura riusciremo a trovare le risposte che cerchiamo. Pia è combattuta, non sa se accettare o meno la tacita richiesta che si nasconde dietro a quella banale e-mail ricevuta; Nino vive lo stesso stato d'animo, nonostante la pietra sia ormai stata lanciata, e non riesce a fare il passo successivo: arriveremo alla fine sperando di avere qualche pagina in più in cui trovare un'ultima risposta e ci troveremo di fronte ad un finale particolare che stuzzica maggiormente la nostra curiosità.

Siamo già abituati allo stile curato dell’autore, tanto che ritroviamo anche qui un linguaggio aulico ma non ostico e l’utilizzo di termini ricercati che rendono piacevole la lettura. Nonostante la scrittura sia superiore rispetto a quanto siamo abituati, ci troviamo tra le mani una lettura assolutamente scorrevole. In questo romanzo, in particolare, vi è anche un espediente che ne favorisce la fluidità e stuzzica ancora di più la curiosità del lettore: i capitoli, infatti, alternano il punto di vista di Nino con quello di Pia e, in questo modo, riusciamo anche a scoprire altre caratteristiche di Nino, espresse da un punto di vista differente da quello del protagonista.

Particolare è l’attenzione che l’autore-narratore pone alla condizione di scrittore e alle difficoltà che comporta: trovare una casa editrice disposta a pubblicare gli scritti, decidere di imboccare la via della pubblicazione indipendente, affrontare i problemi di marketing e pubblicità delle opere. Si tratta, effettivamente, della realtà che ogni scrittore affronta in maniera diretta e la scelta dell’autore di metterlo nero su bianco e parlarne direttamente con il suo lettore fa sì che quest’ultimo ne prenda reale consapevolezza.

Non mancano i riferimenti a svariati elementi culturali, elementi che fa sempre piacere ritrovare durante una lettura: da Dante a Bulgakov e da Mary Poppins a Harry Potter, ce n’è davvero per tutti i gusti. Infine, non si può non fare menzione della forte inter-testualità con gli altri capitoli della saga, ai quali troviamo riferimenti espliciti e diretti, soprattutto quando il narratore si rivolge apertamente al lettore. Vale la pena riportare un passaggio scritto dal punto di vista di Pia. La donna ha, infatti, appena acquistato e letto Il terremoto inventato e ne dà la sua opinione (che sarebbe semplicemente quella dell’autore stesso ma filtrata dalle emozioni del suo personaggio, una delle migliori autocritiche che si possano realizzare):
“Non ci vollero che un paio di giorni di intensa lettura, Nino confermava di avere talento, quella ammissione non le costava grandi sforzi e, poi, non lo avrebbe certo detto a lui. Era una storia narrata con la sintassi che è propria dell’inconscio, simbolismo che solo ad un occhio ignorante poteva apparire complesso o estremamente difficile da recepire, certo i termini erano, a volte, desueti, concetti che appartenevano alla psicologia, ma che, in quanto tali, non le erano sconosciuti. In sintesi, era un gran bel romanzo, anche se c’erano ancora delle istanze necrofile che appesantivano la narrazione, ma infine, si scorgeva la voglia di continuare a sperare. Era la narrazione della sempiterna lotta tra Eros e Thanatos.”
Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere anche questo capitolo della saga e vi consiglio di iniziare a leggerla se avete voglia di immergervi in una storia per nulla banale e narrata in modo non convenzionale.

mercoledì 18 aprile 2018

Segnalazione #11: Berserkr di Alessio Del Debbio

Oggi il blog vi segnala il fantasy di Alessio Del Debbio. Continuate la lettura per conoscere tutte le info.


INFO
Titolo: Berserkr
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: Dark zone edizioni
Genere: urban fantasy
Formato: cartaceo e digitale
Prezzo: €14,90 cartaceo; €2,99 ebook
Pagine: 192
Isbn: 978-8899845209
Copertina: Livia de Simone Art

TRAMA
Berlino, inizio del terzo millennio. La Guerra Calda è finita, gli Accordi dell’89 sono stati firmati e la città è stata divisa in sette zone, ciascuna assegnata a una delle antiche stirpi. All'interno della ringbahn vivono gli uomini, protetti dalla Divisione, incaricata di mantenere la pace e impedire sconfinamenti e scontri tra le stirpi. Misteriosi omicidi, provocati da sconosciute creature sovrannaturali, iniziano però a verificarsi in tutta la città, rischiando di frantumare il delicato equilibrio raggiunto. La Divisione incarica Ulrik Von Schreiber di indagare, aiutato dal pavido collega Fabian, ben sapendo quanto abbia a cuore il mantenimento della pace. Ma Ulrik non è soltanto un cacciatore, incarna lo Spirito Protettore della Città, l’Orso di Berlino, che non attende altro che liberare la propria furia.

ESTRATTO
Ulrik correva nella notte. Tutto attorno il bosco bruciava, divorato da fiamme d’ombra. 
Si guardò indietro; suo padre l’aveva intimato di non farlo mai, ma lui voleva sapere dove fosse. L’aveva cacciato via ed era rimasto con altri uomini a combattere e lui voleva sapere se stava bene. Doveva stare bene. 
Non si accorse di una radice sporgente e ruzzolò a terra, battendo la testa. Un rivolo di sangue gli coprì l’occhio destro, lo spazzò via con la manica della felpa, poi riprese a correre nella foresta. Suo padre gli aveva detto di raggiungere lo stadio, dove si erano asserragliate le donne e i bambini, protetti dal fuoco di sbarramento delle forze governative, ma Ulrik aveva perso l’orientamento. A nove anni gli alberi sembravano tutti uguali. Così si ritrovò ai piedi di un colle, che subito riconobbe, capendo di essere parecchio fuori strada.

Vide i resti dell’edificio sulla sommità e rabbrividì. Circolavano strane storie su quella montagna e sulla macabra fine dei suoi abitanti, divorati da ombre così fitte che neppure il sole di mezzogiorno avrebbe scalfito. Sul tetto della costruzione c’era ancora una vasca colma del sangue dei morti, macabro promemoria per chiunque avesse cercato di violarne i confini, ma Ulrik non aveva scelta; sentiva i cani alle sue spalle, il respiro pesante del gigante cattivo che voleva metterlo in quel sacco puzzolente. Cosa ci fosse dentro non voleva scoprirlo, così iniziò a salire la Montagna del Diavolo. Dalla cima, quantomeno, avrebbe potuto tener d’occhio la foresta circostante e magari individuare suo padre.

BIOGRAFIA
Alessio Del Debbio, scrittore viareggino, appassionato di tutto ciò che è fantastico e oltre la realtà. Numerosi suoi racconti sono usciti in riviste (come Con.tempo e StreetBook Magazine) e in antologie, cartacee e digitali (come I mondi del fantasy, di Limana Umanìta Edizioni, Racconti Toscani, di Historica Edizioni, Sognando, di Panesi Edizioni). I suoi ultimi libri sono il romanzo Favola di una falena (Panesi Edizioni, 2016) e i fantasy contemporanei Ulfhednar War – La guerra dei lupi (Edizioni Il Ciliegio, 2017) e Berserkr (Dark Zone, 2017).

Cura il blog I mondi fantastici che promuove scrittori di fantasy italiano. Scrive articoli per il portale di letteratura fantastica Le lande incantate. È presidente dell’associazione culturale Nati per scrivere che sostiene gli scrittori emergenti, soprattutto locali, e d’estate organizza la rassegna Un libro al tramonto – Aperitivi letterari a Viareggio, per far conoscere autori toscani.

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lunedì 16 aprile 2018

Recensione #14: Trilogia Scarlet di Chiara Casalini

La trilogia Scarlet è stata scritta da Chiara Casalini ed è composta da Scarlet – Morire per vivere, Scacco al re e L’ultima sfida.


Trame
Nel primo volume, Scarlet – Morire per vivere, facciamo la conoscenza di Scarlet, una giovane ragazza che è appena diventata un Vampiro e che racconta la sua vita per farci comprendere come sia arrivata alla sua attuale condizione. Scarlet ha vissuto a San Francisco con i suoi genitori, ma dopo la traumatica morte della madre, suo padre diventa iperprotettivo e la ragazza decide di vivere in modo anticonformista e ribellarsi alle regole impostegli. Conosce, così, Max, un motociclista un po’ più grande di lei, con il quale intreccia una relazione per tre anni, dopo i quali si lasceranno in maniera brusca. Scarlet torna così a vivere una vita normale fin quando non incontrerà un uomo che in realtà aveva già visto molti anni prima: si tratta di Alex, verso cui il padre la aveva già messa in guardia una volta, ma Scarlet non riuscirà a stargli lontana. La relazione con Alex continua nel secondo libro, Scacco al re, in cui vediamo Scarlet pronta a tutto pur di vendicare la morte della madre e altre torture subite dalle persone a lei vicine: per far ciò, dovrà tendere una trappola direttamente a Edward, il Principe dei Vampiri di San Francisco, colpevole di aver fatto del male a tutte le persone vicine alla giovane Vampira. Alex si rende subito complice della sua compagna, anche perché Scarlet non è una semplice Vampira ma ha anche la capacità di praticare incantesimi di stregoneria, un’eredità lasciatale dalla madre. Al fianco di Scarlet, però, si troverà anche Max, in una veste inaspettata, il quale confonderà il cuore di Scarlet e deciderà di schierarsi anche lui al suo fianco. Nell'ultimo capitolo, L’ultima sfida, Scarlet dovrà affrontare un nuovo nemico, che mette in pericolo non solo la sua non-vita e quella di Alex e Max, ma le sorti dell’intera città di San Francisco: si tratta di Joshua, il Condottiero degli Insorti, uno spietato Assassino pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole. Insieme a nuove e sconvolgenti scoperte che riguardano tanto Alex quanto Max, seguiremo le vicende che porteranno a compimento i fatti, arrivando ad una conclusione per nulla scontata.

Recensione
La trilogia romance-fantasy di Chiara Casalini è composta da tre romanzi tanto simili quanto diversi tra loro. La precedente affermazione può suonare strana, ma darò tutte le spiegazioni che serviranno a comprenderla. È necessario, però, darvi anche un avvertimento: si potrebbero trovare degli spoiler nella seguente analisi, ma ho provato a ridurli al minimo, così da non guastare il gusto della lettura (sono forse presenti maggiormente nella trama sopra riportata). Una volta iniziato il primo libro è davvero difficile smettere di leggere e si arriva in pochi giorni ad aver terminato l’intera trilogia, trasportati dalla curiosità per come andrà a finire: era, quindi, inevitabile presentare un’analisi unica che, spero in questo caso mi perdonerete, vede in qualche punto la presenza dei miei gusti personali (sono davvero pochissimi, quindi non preoccupatevi). Detto ciò, vi lascio proseguire la lettura.

Il primo romanzo della trilogia è Scarlet – Morire per vivere, che già dal titolo ci fa comprendere chi è la protagonista e quale sia l’evento centrale della narrazione. In realtà, tutto quello che leggiamo della vita di Scarlet è lei stessa che ce lo racconta, come se fosse un grande flashback o una sorta di diario personale: Scarlet è già un Vampiro nel suo presente e ci espone i fatti del suo passato per raccontare come ha vissuto e come sia arrivata alla sua nuova “vita”. La storia è, dunque, narrata al passato, ma troviamo spesso dei commenti che, capiamo subito, arrivano dal presente e dalle nuove consapevolezze di Scarlet: per esempio, da umana aveva la sensazione di essere osservata durante le notti e, adesso, ci ripensa con un sorriso, avendo dato a ciò una spiegazione. I commenti o le impressioni della Scarlet che racconta servono anche a far comprendere al lettore quale sia l’inevitabile fine: lo scopo di questo romanzo, infatti, non è quello di sorprendere il lettore raccontandogli di una ragazza che viene trasformata in Vampiro (non è una novità letteraria, siamo pressoché abituati a narrazioni di questo tipo), bensì quello di far narrare ad una ragazza-Vampiro le sue sensazioni e il suo modo di vedere la sua vita passata, come se il “mondo umano” venisse filtrato dai suoi occhi di Vampiro.
Scarlet, protagonista indiscussa del romanzo, è un personaggio complesso e ben delineato. Sembra essere la tipica “ragazza dei piani alti”, come spesso viene soprannominata, ma lei non può accontentarsi della vita piatta che le è capitata. La situazione precipita quando sua madre Rebecca viene trovata morta: a Scarlet mancherà tantissimo l’affetto materno e suo padre diverrà iperprotettivo nei suoi confronti, portandola a ribellarsi alle regole e alle restrizioni. È in questo modo che conosce Max, il bel ragazzo tenebroso e ribelle che fa innamorare di sé la ragazza per bene. La prima parte del romanzo si concentra sull'adolescenza rivoluzionaria della ragazza che, per molti lettori miei coetanei, riporta alla mente i personaggi di Babi e Step di Tre metri sopra il cielo. Nella seconda parte del romanzo, però, Scarlet viene improvvisamente abbandonata da Max e ciò le causa un immenso dolore che la porterà a crescere e maturare, fin quando non giungerà l’affascinante Alex. Da questo momento in poi, Scarlet somiglia moltissimo alla nota Isabella Swan di Twilight (così come Alex ha molto in comune con Edward Cullen). Un altro personaggio della vicenda ricorda, invece, Arlo, ma non verrà qui svelato per non guastare il piacere della scoperta durante la lettura. Infine, vale la pena fare menzione ad un paragone espresso da Alex: egli dice che Scarlet somiglia ad una Valchiria, una donna forte ma che ha sempre bisogno di tornare tra le braccia dell’uomo che ha accanto. Da una parte, è un piccolo dettaglio innovativo, in quanto difficilmente si trovano riferimenti alla mitologia nordica se non in casi eccezionali, dall'altra ci fornisce in maniera chiara la descrizione migliore che si possa fare di Scarlet, che constateremo anche negli altri romanzi.

La storia continua con Scacco al re. Qui il modo di narrare cambia totalmente: se nel primo capitolo avevamo Scarlet che parlava al passato per raccontarci la sua vita, qui la ragazza-Vampiro usa il presente e ci racconta i fatti che lei stessa sta vivendo, di modo che il lettore si ritrovi al suo fianco.
Anche qui, la protagonista principale è la stessa narratrice. Scarlet adesso è, però, cambiata, è cresciuta e vive delle esperienze che fortificano ancora di più il suo essere. Non si tratta del solito Vampiro a cui siamo abituati, Scarlet è anche una Strega e sembra perfino in grado di provare emozioni, caratteristica che ci porta a domandarci come possa essere possibile e non vediamo l’ora di scoprirlo. Altri personaggi, però, si fanno largo sulla scena ed ecco che Alex e Max hanno adesso un ruolo maggiore negli eventi. La crescente importanza di questi due personaggi alimenta la nascita del tipico triangolo amoroso, elemento che, anch'esso, ci riporta alla memoria quello di Twilight o di The Vampire Diaries. Un unico episodio che merita di essere citato riguarda l’incontro di Scarlet con due vecchi amici, Bill e Jenny. È un episodio che non influisce nello svolgimento dei fatti, ma è raccontato così bene da far nascere nel lettore nostalgia e sofferenza e accende un barlume di umanità nell'esistenza di non-vita dei Vampiri.

L’ultima sfida è il capitolo finale della trilogia. Qui lo stile cambia ancora una volta. Il romanzo è, indubbiamente, il più maturo dei tre, i capitoli sono più lunghi rispetto a quelli dei precedenti e la scrittura è decisamente più completa: in quest’ultimo libro, sensazioni ed emozioni vengono trasmesse in maniera impeccabile al lettore, cosa che avviene anche nei primi due libri ma non in maniera così immediata. Una piccola nota stonata è, invece, la presenza di alcuni errori sintattico - grammaticali, sui quali si può sorvolare facendosi trasportare dalla storia. Una splendida novità sono le brevi frasi di apertura dei vari capitoli, tra cui ve ne cito un paio:
“Ogni notte cela in sé gioie e tormenti, sogni ed incubi che non sempre svaniscono all’alba” 
“Illudersi, a volte, è l’unica via per continuare a sperare” 
Si era fatta prima menzione alla maggiore lunghezza dei capitoli in quest’ultimo libro. Se da una parte è un buon espediente per raccontare in maniera più dettagliata avvenimenti e sensazioni, dall'altra serve anche ad inserire un buon numero di scene intime, che il triangolo amoroso alimenta parecchio. Spesso si ha la sensazione di leggere una versione soft-fantasy di Cinquanta sfumature, non tanto per le descrizioni, ma per la presenza di scene di passione in ogni capitolo: alcune volte sarebbe bastato un abbraccio consolatorio ed affettuoso che, invece, si trasforma puntualmente in un momento passionale. Per quanto riguarda i personaggi, Scarlet e Max sono pressoché identici a come li abbiamo lasciati nel capitolo precedente (anche se scopriremo non poche cose su Max che ci chiariranno alcuni dubbi), mentre Alex viene mostrato sotto una luce un po’ diversa: sembra quasi più “umano”, geloso di Scarlet, comprensivo, affettuoso, qualità che vengono accentuate proprio in quest’ultima parte della storia. Infine, piccolo riferimento al finale, che non verrà assolutamente rivelato: a poche pagine dalla fine del libro ci si trova davanti a quello che sembra essere il finale perfetto, almeno secondo i miei gusti personali, salvo poi scoprire che si prosegue ancora per un capitolo e mezzo per giungere ad una conclusione tanto inaspettata quanto aperta alla possibilità di un futuro proseguimento.

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di fare la conoscenza di Scarlet e degli altri personaggi e di avermi fatto appassionare ad una storia fantasy così originale. Ne consiglio la lettura a tutti gli appassionati di fantasy che vogliono, però, conoscere un mondo dei non-morti diverso da quello abituale e lo consiglio anche ai non amanti del genere (come me) che si ritroveranno, invece, trasportati in una storia appassionante e innovativa grazie alla bravura di Chiara.

martedì 10 aprile 2018

Segnalazione #10: La padrona delle emozioni di Vittoria Marchi

Oggi vi segnalo il romanzo Fantasy di Vittoria Marchi. Di seguito tutte le info.


INFO
Titolo: La padrona delle emozioni
Autore: Vittoria Marchi
Casa editrice: Bibliotheka Edizioni
Data pubblicazione: 20 novembre 2017
Numero pagine: 416
Genere: Fantasy
Prezzo: €7,99 E-book; €18 Cartaceo

TRAMA
Flora ha solo sette anni, quando scopre di essere una bambina fuori dal comune. Lei è infatti una Portatrice, vale a dire una persona in grado di esercitare un Dono, una particolare capacità che accompagna chi viene scelto per tutta la vita. Sono i Doni a scegliere i Portatori in cui manifestarsi, e a scegliere Flora è stato il Dono dell’Empatia. Lei è in grado di percepire le emozioni degli altri, come se le provasse in prima persona. È una Padrona delle Emozioni.
La vita, per non parlare dell’adolescenza, per un’Empatica però non è affatto facile, soprattutto perché Flora vive con i suoi zii, entrambi Ignari, cioè senza Doni. E le regole dei Portatori vietano di rivelare l’esistenza dei Doni agli Ignari.
Fortunatamente però, Flora può condividere il suo segreto con Leo, un ex Portatore, entrato nella sua vita sotto forma di gatto domestico, per starle vicino e aiutarla a gestire il suo Dono; con Fluido, il suo migliore amico, un Portatore molto potente con cui si caccia spesso nei guai; e con Raja, una Portatrice enigmatica, custode di segreti passati e futuri.

Sui Portatori incombe infatti una grande minaccia, i nemici del passato stanno tornando, e la Padrona delle Emozioni è la chiave per sconfiggerli.

PRESENTAZIONE LIBRO
Flora è una ragazza gentile, spiritosa, che appare esattamente come tante altre, ma Flora non è come tutte le altre ragazze. Infatti Flora è orfana e vive con gli zii da quando è piccolissima, ma non è questo che rende Flora diversa, non è questo che la fa sentire fuori luogo, fuori tempo, sbagliata e inadatta, ma il fatto che Flora ha la capacità di sentire tutte le emozioni di chi la circonda. Flora è una Portatrice, come lo erano i suoi genitori, ma è costretta a vivere con gli Ignari, ovvero chi non ha nessun dono, per via dei suoi zii che sono all’oscuro di tutto.
Fortunatamente però, Flora può condividere il suo segreto con Leo, un ex Portatore, entrato nella sua vita sotto forma di gatto domestico, per starle vicino e aiutarla a gestire il suo Dono. E con Fluido, il suo migliore amico, un Portatore molto potente con cui si caccia spesso nei guai.
La vita dei due ragazzi però cambia improvvisamente, per via di un solo terribile incontro, in grado di stravolgere la vita di tutti i Portatori, per sempre.
Un romanzo magico che sa trasportare direttamente in un mondo fantastico grazie a una narrazione molto briosa e accattivante che arriva direttamente al cuore del lettore.

Personaggi intensi e complessi, che crescono e maturano durante tutta la storia, diventano reali e tridimensionali grazie a descrizioni minuziose concentrate specialmente sui loro stati d’animo e sulle loro emozioni.

BIOGRAFIA
Vittoria Marchi nasce a Pavia nel 1994.
Le sue passioni sono la musica, il cinema, la natura, la lettura, e naturalmente la scrittura. L’amore per quest’ultima nasce nei primi anni dell’adolescenza, e trova terreno fertile nel genere fantasy, quello dell’impossibile, che dà alla vita un po’ più di colore.
La Padrona delle Emozioni è il suo romanzo d’esordio, il primo capitolo di una saga fantasy. Un libro in cui è l’amore per gli altri, a dare letteralmente un potere enorme. Una forza che non si vede e che, proprio per questo, non deve mai essere sottovalutata.

LINK ALL'ACQUISTO
Bibliotheka edizioni: http://www.bibliotheka.it/La_Padrona_delle_Emozioni_IT
Ibs: https://www.ibs.it/padrona-delle-emozioni-ebook-vittoria-marchi/e/9788869343025
Amazon: https://www.amazon.it/padrona-delle-emozioni-Fantasy-ebook/dp/B077N56MYH
Ebay: https://www.ebay.it/itm/LA-PADRONA-DELLE-EMOZIONI-9788869343018-VITTORIA-MARCHI/142697350011?hash=item21396cc37b:g:NKMAAOSw~o5ajT7z
Feltrinelli: https://www.lafeltrinelli.it/libri/vittoria-marchi/padrona-emozioni/9788869343018
Mondadori: http://www.mondadoristore.it/La-padrona-delle-emozioni-Vittoria-Marchi/eai978886934302/
Rizzoli: http://www.rizzolilibri.it/scheda-libro/?isbn=9788869343018
Libraccio: https://www.libraccio.it/libro/9788869343018/vittoria-marchi/padrona-delle-emozioni.html

domenica 8 aprile 2018

Recensione #13: Absorption - I colori del sangue di Eugene Pitch

Absorption – I colori del sangue è un thriller hyperbook di Eugene Pitch.


Trama
David fugge da un misterioso passato e vive ora a Londra, in un appartamento fatiscente e lavorando come cameriere in un bar. Il professore è il suo unico amico, un uomo che come lui è appassionato d'arte, cliente del bar e con cui instaura un'insolita amicizia. Ray, insieme a sua moglie Miranda, vive alla giornata, lavora come fotografo e per questo motivo viaggia in continuazione. Cosa hanno in comune Ray e David? Assolutamente nulla, almeno fino a quando una banda di criminali ben organizzata non decide di farli incontrare, rapendo loro le persone più care e costringendoli a collaborare. I due dapprima si muovono separatamente, l'uno inconsapevole dell'esistenza dell'altro, poi le loro strade si incrociano e da lì in poi dovranno unire le forze e portare a termine la pericolosa missione. Ma perché questi criminali hanno scelto proprio loro? Riusciranno a salvare le persone prese in ostaggio?

Recensione
Il romanzo inizia subito nel bel mezzo dell’azione: conosciamo il primo personaggio che viene immediatamente assassinato, la giornalista Eugenie. Non perdiamo tempo a leggere descrizioni della donna, a conoscerla o farci un’idea di chi possa essere: veniamo coinvolti direttamente nei fatti e, pur avendo poche informazioni, cominciamo a fare delle congetture e ad avanzare delle personali ipotesi. L’omicidio della giornalista metterà in moto l’intera vicenda e da lì inizieremo a conoscere gli altri personaggi e seguire gli avvenimenti.

Tutti personaggi sono ben caratterizzati: ci vengono date molte informazioni su di loro, che vengono però centellinate pagina dopo pagina, senza risultare pesanti o far confondere chi legge. I personaggi della vicenda sono diversi: la giornalista Eugenie, il pittore Vince, il fotografo Ray, il cameriere David. Essi, pur avendo ognuno la propria vita e trovandosi in luoghi diversi e distanti tra loro, scopriranno di essere legati l’uno all'altro. Quando Eugenie viene assassinata, David e Ray si troveranno coinvolti in qualcosa di pericoloso, ma se vogliono rivedere vive le persone a loro care, dovranno eseguire gli ordini, per quanto pericolosi possano essere.

Il libro è suddiviso in diversi capitoli, molto brevi, di poche pagine ciascuno. Ognuno di essi si focalizza su di un personaggio, ci viene raccontato qualche episodio del suo passato, viene espressa una sua idea o un suo modo di pensare e vengono da lui compiute alcune azioni, che servono per portare avanti la storia. In ogni capitolo, inoltre, viene svelato qualcosa in più che mette in moto la storia e stuzzica la curiosità del lettore: viene trovato un indizio, si nota un particolare dettaglio, viene dettato un nuovo ordine.

La narrazione avviene prendendo di volta in volta il punto di vista del personaggio di cui si occupa ciascun capitolo. Questo, però, non limita l’autore, che si prende delle libertà narrative. Sono presenti delle anticipazioni che contribuiscono ad aumentare la suspense, elementi che il personaggio non può sapere, ma che vengono svelati in anticipo al lettore per aumentarne la curiosità. Per esempio, possiamo leggere: “Uscì con un cigolio, chiudendosi la porta alle spalle. Non sapeva che il destino lo avrebbe presto colto di sorpresa. Intanto fuori, nel freddo delle strade, qualcuno si stava avvicinando a grandi passi con in mente un oscuro proposito”. Oppure, capita ancora che il narratore decida di rivolgersi direttamente ai lettori, usando delle frasi indirizzate direttamente a loro (“Dovete sapere che…”).

Leggere il romanzo di Eugene Pitch fa provare sensazioni simili alla lettura di un libro di Dan Brown: si ha voglia di avere lo smartphone a portata di mano per cercare luoghi come l’incrocio di Shibuya e il Tokyo International Forum in Giappone o la Grotta dell’Elefante a Bali. Dan Brown viene anche citato all'interno stesso del romanzo: David troverà una copia del libro La verità del ghiaccio nella sua stanza d’albergo a Tokyo ed il suo contatto si servirà di alcuni messaggi in codice che David dovrà decifrare attraverso questo stesso romanzo.

Un’ultima menzione deve essere fatta al genere del romanzo, definito dall'autore stesso un Hyperbook: si tratta di una concezione letteraria che si basa sulla dinamicità. È caratterizzato da vari elementi, tra cui descrizioni minimaliste (tanto di ambienti quanto di personaggi, per lasciare spazio alla fantasia del lettore), frasi e capitoli brevi (per dare maggiore dinamicità e mantenere vivo l’interesse di chi legge) e numerosi colpi di scena (oltre a quello finale).

Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro e consiglio a tutti di leggerlo, tanto agli appassionati del genere, per affrontare una piacevole lettura, quanto a chi vi si approccia per la prima volta, per immergersi in una storia totalmente appassionante. Infine, rimando al sito di Eugene Pitch per maggiori info sul suo romanzo e per approfondire il nuovo genere dell’hyperbook da lui stesso ideato.

martedì 3 aprile 2018

Segnalazione #9: Le emozioni di un'estate di Soul Attempt

La segnalazione di oggi riguarda uno Young Adult di recente pubblicazione. Di seguito tutte le info!


INFO
Titolo: Le emozioni di un'estate
Editore: Un cuore per capello, Collana rosa PubGold
Genere: Romance Young Adult
Data di pubblicazione: 1 febbraio 2018
Formato: Ebook

TRAMA
Elisa Rinaldi è una ragazza di diciotto anni che ha appena terminato la maturità e che si ritrova a fare il bilancio degli ultimi mesi: ha dovuto affrontare il tradimento di Andrea con Greta, la sua peggior nemica dai tempi del liceo, insopportabile, snob e figlia di una delle famiglie ritenute più importanti del paese.
Manuela, la sua migliore amica d’infanzia, per distrarla, la coinvolge in una vacanza diversa dal solito. Convinta di dover trascorrere il periodo estivo a casa della zia di Manuela, a Praia a Mare, Elisa si ritrova invece a dover convivere in una villa, per una ventina di giorni, assieme ad altre otto persone: quattro ragazzi e quattro ragazze. Inizialmente reticente, accetta pur di accontentare l’amica follemente innamorata di Federico, padrone di casa e figlio di un noto avvocato. 
Elisa scopre solo in spiaggia della presenza di Bruno, la sua prima infatuazione da quattordicenne e che rivede dopo cinque anni in cui non ne ha saputo più nulla. Lei è fragile, insicura e sognatrice, in attesa del Principe Azzurro. Lui un ventiduenne considerato quello che al liceo “ci provava con tutte”. Tra i due c’è subito attrazione. Le cose si complicano presto però: Greta farà di tutto per ostacolare il rapporto che sta nascendo tra Elisa e Bruno e i due si troveranno a dover affrontare una situazione più grande di loro…

ESTRATTO
«Allora che ne pensi?» domanda Manu quando restiamo sole.
«Bel posto, davvero».                          
«I ragazzi, intendevo!» Sorride maliziosa.
«Già, i ragazzi... carini...» mi limito io.
«Carini e basta?» Sorride ancora.
«Perché fai quella faccia? Non mi interessa nessuno, se è questo che vuoi sapere. Perché me l'hai chiesto?». 
«Niente» mormora lei, «e togliti quel vestito su, che fa abbastanza caldo». 
Sbuffo seccata ma eseguo. Con un gesto rapido sfilo via il vestitino. Un fischio di ammirazione alle mie spalle mi costringe a girarmi.
«In effetti, senza, stai decisamente meglio» mi dice una voce. E non è una voce qualunque. Alzo lo sguardo e ne ho la conferma. Sì, è proprio lui! Che colpo al cuore!
«Beh, gra... grazie», balbetto come una sciocca. Quel volto, quegli occhi, li conosco bene e dopo tutti questi anni non sono cambiati per niente.
«Io sono Bruno», dice presentandosi e allungando la mano. Come se non lo sapessi! Ricambio la stretta ma non riesco più ad aprire bocca. Il solo pronunciare quel nome ha scatenato nella mia mente un'ondata improvvisa di ricordi. Bruno Marini, il ragazzo perfetto dei miei sogni. Alto, moro, morbidi capelli ricci e occhi verdi da paura. Insofferente, ribelle, stronzo persino, ma incredibilmente bello. Al liceo era stato l'idolo di tutte le quattordicenni, compresa me. Una specie di popstar. Un giorno d'improvviso era scomparso e non ne ho saputo più nulla. Rivederlo dopo quasi cinque anni, fa ancora un certo effetto. Una di quelle cotte potenti in grado di farmi dimenticare persino il mio nome.

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