lunedì 10 settembre 2018

Libri e arte #2: Alla scoperta della cattedrale di Notre Dame

Madame Bovary è il più famoso romanzo di Gustave Flaubert pubblicato nel 1856. Brevemente, il romanzo racconta il malessere e le insofferenze di Emma Bovary, una donna sposata ad un medico con il quale conduce una tranquilla vita provinciale. Emma, però, ha sempre sognato una vita diversa, grazie anche alle letture romantiche a cui è appassionata. Annoiata dalla vita coniugale, intreccerà delle relazioni adultere con altri uomini, sperando di realizzare i suoi più grandi desideri.


Uno dei suoi amanti è il giovane Léon, praticante notaio che studia e lavora nella capitale francese. Durante uno dei loro incontri, decidono di darsi appuntamento a Notre-Dame, la famosissima cattedrale di Parigi. Vi riporto una parte del capitolo in cui si parla della cattedrale (è piuttosto lungo e troverete molti tagli, potete facilmente leggerlo integralmente recuperando il capitolo I della terza parte del romanzo).

“[Léon] si incamminò lentamente verso il sagrato di Notre-Dame. […]
Fece dapprima il giro delle navate laterali. Poi tornò ad affacciarsi sulla piazza: Emma non arrivava. Risalì sino al coro.
La navata centrale si specchiava dentro le acquasantiere piene, sino all’attacco delle ogive e a parte delle vetrate. Ma il riflesso dei vetri dipinti, frantumandosi sull’orlo dei marmi, continuava più oltre, sulle lastre del pavimento, come un multicolore tappeto. La gran luce di fuori si allungava nella chiesa in tre enormi raggi attraverso le tre porte aperte. […] I lampadari di cristallo pendevano immobili. Nel coro ardeva un lume d’argento; dalle cappelle laterali, dagli angoli bui della chiesa uscivano a tratti le esalazioni di qualche sospiro, insieme con il rumore di una grata che ricadeva, e l’eco ripercoteva quel suono sotto le alte volte. […]
[…] [Emma] entrò nella cappella della Vergine.
[…] Lo svizzero si avvicinò, disse con vivacità:
«Senza dubbio, la signora non è di qui. La signora desidera vedere le curiosità della chiesa?»
[…] «Perché no?» disse lei.
[…] Allora, per procedere con ordine, lo svizzero li ricondusse sino all’entrata, sul limitare della piazza, e lì indicò con il bastone un gran cerchio di pietre nere senza iscrizioni né ornamenti.
«Ecco,» disse con solennità, «la circonferenza della bella campana di Amboise. Pesava quarantamila libbre. Non ce n’era una che la valesse in tutta l’Europa. L’operaio che la fuse morì di gioia…».
[…] Il brav’uomo si rimise in marcia; tornarono verso la cappella della Vergine […].
«Questa semplice pietra copre Pierre de Brézé, signore della Varenna e di Brissac, gran maresciallo di Poitou e governatore della Normandia, morto nella battaglia di Montlhéry, il 16 luglio 1465…» […] «E a destra quel gentiluomo tutto bardato di ferro, su un cavallo che si impenna, è suo nipote, Louis de Brézé, signore di Bréval e di Montchauvet, conte di Maulevrier, barone di Mauny, ciambellano del re, cavaliere dell’ordine e anche lui governatore della Normandia, morto il 23 luglio 1531, una domenica, come dice l’iscrizione, e, sotto, quello che sta per scendere nella tomba è esattamente lo stesso. È mai possibile trovare una più perfetta raffigurazione della morte?».
[…] «Accanto a lui, questa donna in ginocchio che prega è la sua sposa, Diana di Poitiers, contessa di Brézé, duchessa di Valentinois, nata nel 1499, morta nel 1566, e, a sinistra, quella con un bambino in braccio è la Vergine. Adesso, giratevi da questa parte: ecco le tombe d’Amboise. Son stati tutt’e due cardinali e arcivescovi di Rouen. Quello lì era un ministro di Luigi XII. Ha fatto molto bene alla cattedrale.»
[…] Li sospinse in una cappella ingombra di balaustre, ne spostò qualcuna, scoprì una specie di blocco che poteva anche essere stato una statua malfatta.
«Una volta […] ornava la tomba di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra e duca di Normandia. Son stati i calvinisti, signore, a ridurla così, questa statua. Per pura malvagità l’avevano seppellita nella terra sotto il seggio episcopale di Monsignore. Andiamo a vedere le vetrate della Gargouille.»
[Léon, spazientito, va via bruscamente con Emma]
«Eh! Signore. La guglia! […] È alta 440 piedi, nove meno della grande piramide d’Egitto. È tutta di ghisa…»”

La cattedrale di Notre Dame è una delle costruzioni in stile gotico più celebri al mondo. Essa fa parte del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1991. L’edificazione della chiesa comincia nel 1163 e termina nel 1250, mentre altri lavori di restauro, modifiche e decorazione continuano ancora per un secolo. Durante la Rivoluzione francese (1789-1799) la chiesa viene devastata: gli oggetti in metallo vengono confiscati per essere fusi, le statue della facciata (comprese quelle della galleria dei Re) vengono distrutte e si pensa di radere al suolo la cattedrale stessa. Nella seconda metà dell’800 iniziano, dunque, i lavori di restauro, ai quali contribuisce fortemente un altro scrittore dell’epoca: Victor Hugo riesce, infatti, a sensibilizzare l’opinione pubblica del periodo grazie alla pubblicazione del suo famoso romanzo “Notre-Dame de Paris” nel 1831. I lavori di restauro, terminati nel 1864, restituiscono alla cattedrale gotica la sua originaria bellezza, così com'era in epoca medievale. Fortunatamente, la cattedrale viene risparmiata in entrambi i conflitti mondiali del XX secolo e, infine, le vetrate che vediamo ancora oggi vengono realizzate negli anni ’60 del secolo scorso.

La cattedrale di Parigi, a croce latina e a cinque navate, è stata una delle prime grandi chiese gotiche voluta dall'abate Sugerio, considerato il "padre" dello stile gotico. Notre-Dame, a sua volta, divenne esempio per moltissime costruzioni gotiche successive.
Nonostante lo stile principale della chiesa sia quello gotico, non mancano elementi provenienti dal romanico, come le colonne cilindriche. Elementi peculiari e caratteristici della cattedrale parigina sono, invece, gli archi rampanti.

La facciata principale della cattedrale si divide in quattro ordini orizzontali. In basso, si aprono i tre portali ogivali e strombati, in cui vediamo le porte divise in due fornici. Il portale centrale prende il nome di “Portale del Giudizio Universale” e presenta sei statue per lato raffiguranti i dodici apostoli nella parte inferiore e le rappresentazioni del Giudizio Universale nella lunetta. Il portale di sinistra è detto “Portale della Vergine”, nella cui lunetta sono presenti decorazioni che richiamano momenti della vita di Maria (per esempio, l’Assunzione al cielo e l’Incoronazione). Il “Portale di Sant’Anna” è quello di destra, nella cui lunetta troviamo decorazioni che riguardano Maria e i suoi genitori, Anna e Gioacchino. I portali sono alternati a quattro contrafforti decorati con delle statue all'interno di nicchie. Al di sopra dei portali si estende la galleria dei Re, con le caratteristiche 28 statue che raffigurano i Re di Giudea, tra i quali si riconosce Davide (il quattordicesimo da sinistra) che poggia i piedi sopra un leone. Più in alto sono presenti due bifore con il caratteristico rosone al centro che dà luce alla navata centrale della cattedrale e nell'ultimo livello vediamo delle bifore sorrette da colonne e sormontate da una balconata con la cosiddetta “galleria delle chimere” (per la presenza delle statue che raffigurano, per l’appunto, delle chimere). Infine, si elevano le due torri campanarie a pianta quadrangolare delle quali, si pensa, fosse in progetto un coronamento a cuspide mai realizzato.

Le fiancate della cattedrale rispecchiano la struttura interna della chiesa con tre livelli distinti: il più alto corrisponde al cleristorio (livello più alto di una navata, il nome è dovuto al fatto che la sua traforazione di finestre permette al chiarore della luce di illuminare l’interno dell’edificio), quello intermedio corrisponde al matroneo, quello inferiore alle cappelle. In quest’ultimo livello, le cappelle sono ricavate nello spazio tra i contrafforti a pianta rettangolare e sormontati da pinnacoli, costruiti insieme agli archi rampanti con il compito di rafforzare la struttura scaricando al suolo le spinte dell’edificio. Gli archi rampanti sono visibili anche nella parte esterna dell’abside, con la particolarità di essere doppi: vi è un unico contrafforte sormontato da un pinnacolo che serve due archi.
Sul tetto, in corrispondenza dell’incontro tra il transetto e il coro, si eleva la flèche (“freccia”), una guglia alta 45 metri realizzata nell’800. Alla base, vi è un doppio ordine di finestre (bifore in quello inferiore e monofore in quello superiore), mentre sulla sommità vi è la statua in rame di un gallo contenente, dal 1935, tre reliquie: una di San Dionigi, una di Santa Genoveffa e parte della Corona di spine.

L’interno è diviso in cinque navate, separate da pilastri di diversa forma e decorazione, alcuni con dei capitelli decorati con foglie d’acanto. Nella navata centrale – oltre a numerose sculture (“Madonna col Bambino”, “Filippo il Bello”, “Memoriale dei soldati britannici morti durante la prima guerra mondiale”) è possibile vedere la cantoria in pietra che sorregge l’organo maggiore e anche il pulpito ligneo neogotico. Al di sopra delle navate laterali interne vi è il matroneo, che affianca il transetto e continua intorno all'abside e al coro. Il cleristorio della navata centrale è costituito da tre tipologie di finestre: monofore (le più antiche, risalenti al XII secolo), bifore (realizzate un secolo dopo per rendere migliore l’illuminazione della navata) e rosoni (si trovano nel transetto e si affacciano su un ambiente sottotetto). Le vetrate che vediamo oggi, in stile astratto, vennero realizzate ed installate negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale: esse procedono dalle tonalità del blu a partire dalla controfacciata fino a quelle del rosso nel transetto e hanno come tema la Gerusalemme Celeste.

Lungo le navate laterali esterne si aprono varie cappelle. A sinistra troviamo: la Cappella di San Leonardo (che funge da battistero); la Cappella di San Carlo Borromeo; la Cappella della Santa Infanzia; la Cappella di San Vincenzo de’ Paoli; la Cappella di Nostra Signora di Guadalupe; la Cappella di San Landerico; la Cappella di Santa Clotilde. A destra troviamo: la Cappella di Sant’Eligio di Noyon; la Cappella di San Francesco Saverio; la Cappella di Santa Genoveffa (adibita a luogo per la Confessione); la Cappella di San Giuseppe; la Cappella di San Pietro Apostolo; la Cappella di Sant’Anna; la Cappella del Sacro Cuore di Gesù.

Il coro ha subito molti rifacimenti, soprattutto nel XVIII e XIX secolo: vengono realizzate ed installate le tre statue e le otto tele che lo decorano; vengono installate le vetrate raffiguranti episodi della vita della Madonna; viene posto sul pavimento un ricco tappeto monumentale, dono di Luigi Filippo di Francia, con raffigurazioni di elementi architettonici, floreali e di simboli religiosi; al centro vi è un altare marmoreo cubico e un moderno fonte battesimale realizzato nel 1997 e utilizzato al posto di quello originario. Anche il presbiterio ha subito vari cambiamenti: l’altare originario era in stile gotico, poi trasformato in stile neogotico, sostituito da uno in bronzo nel XX secolo, fino a quello attuale, anch'esso in bronzo, a forma di parallelepipedo rettangolo. Nell'abside si trova ancora il presbiterio settecentesco con pavimento in marmi policromi raffigurante lo stemma del re di
Francia; al centro, vi è l’altare della Pietà in stile neogotico. Al di sotto dell’arcata centrale dell’abside, si trova una scultura settecentesca della “Pietà” realizzata in marmo di Carrara. Tutt'intorno, sono presenti numerose altre statue, tra le quali quelle di sei angeli, ciascuno reggente uno dei simboli della Passione di Cristo. Nell'abside, si aprono altre cappelle: due adibite ad ambienti di servizio, una corrispondente alla porta rossa, una dedicata a San Ferdinando e l’altra a San Germano (nel deambulatorio, a sinistra); la cappella di San Luigi IX di Francia, la cappella di San Marcello e la Cappella della Madonna dei Sette Dolori – dove viene conservata la reliquia della Corona di spine – (cappelle radiali, a sinistra); la cappella del Santissimo Sacramento dedicata a San Giorgio e la cappella di San Guglielmo (cappelle radiali, a destra); la cappella di Santa Maria Maddalena, una adibita a locale di servizio, due comunicano con la sacrestia (costruita nell’800, in sostituzione di quella barocca) e la cappella di San Dionigi di Parigi (cappelle laterali, a destra).

Infine, all'interno della chiesa e del chiostro si può visitare l’allestimento del Museo del Tesoro, che espone oggetti liturgici, paramenti e reliquie. Tra queste ultime, di rilevante importanza sono quelle riguardanti la Passione di Cristo: la punta di uno dei chiodi della Croce, il Reliquiario della Croce stessa, due Reliquiari della Corona di spine. È possibile vedere anche una collezione di cammei papali, importanti statue e pregiati ostensori.

All'interno di Notre-Dame si sono svolti tanti culti religiosi legati ai sovrani di Francia: dal matrimonio di Maria Stuarda di Scozia con il delfino di Francia Francesco del 1558 a quello tra l’imperatore Napoleone III ed Eugenia del 1853, dalle nozze di Enrico IV di Francia con Margherita di Valois del 1572 al battesimo del futuro Napoleone II del 1811. Fu sede anche di vari eventi politici:
la convocazione dei primi Stati Generali da parte di Filippo il Bello nel 1302, l’incoronazione illegittima di Enrico VI d’Inghilterra a re di Francia nel 1431, il processo di riabilitazione di Giovanna D’Arco nel 1456 e molto altro.
Nella piazza antistante la cattedrale, che prende lo stesso nome della chiesa, si trova il point zéro des routes de France (“il punto zero delle strade di Francia”), dal quale vengono calcolate le distanze chilometriche da e per Parigi.

La scoperta della cattedrale parigina non si limita alle poche informazioni che vi ho riportato qui, quindi non vi resta che approfondirne la conoscenza e andare a visitarla personalmente!

Fonti: Wikipedia e La storia dell'arte (Mondadori).

2 commenti:

  1. Andrei subito a visitarla tesoro dopo questa presentazione *-* Un bellissimo articolo che schiude le porte alla curiosità*-* Grazie per averlo scritto ❤️

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