domenica 29 aprile 2018

Recensione #16: Wild Lake di Bianca Ferrari

Wild Lake è il romance d’esordio di Bianca Ferrari.


Trama
J. Lee è nata e cresciuta nel freddo Maine: sembra una ninfa dei boschi con quei suoi capelli rossi, ricci come una criniera e gli occhi verde scuro. Ha un carattere vivace, curioso ed estremamente solare, ma, dietro grandi sorrisi e una spiccata empatia, nasconde un grande dolore, a causa del quale è stata costretta a trasferirsi in Oklahoma.
Nathaniel, invece, non ha mai lasciato Broken Arrow, dove conduce un’esistenza solitaria. Ogni persona cui abbia voluto bene l’ha abbandonato, lasciandogli la convinzione di non valere niente: e come in una profezia che si avvera, fa di tutto per corrispondere all’immagine che ha di sé.
L’incontro tra i due potrebbe essere la cura per le loro sofferenze: cura che passerà dalla forza apparentemente incrollabile di J. Lee, ai tormenti inquieti e alle paure di Nathaniel.
Riusciranno, insieme, a superare le difficoltà e a confessare sentimenti troppo forti per essere soffocati? E cosa succederà quando sarà J. Lee a crollare sotto i colpi implacabili del destino? È possibile, per un amore così giovane, affrontare intemperie e tempeste, rimanendo saldo nei loro cuori?

Recensione
Wild Lake è il primo romanzo di Bianca Ferrari ed è un ottimo trampolino di lancio per la sua bravura come scrittrice. Ha uno stile curato e lineare, che riesce a trasmettere le emozioni in maniera diretta. I fatti ci vengono raccontati in terza persona e da un punto di vista multiplo, che passa costantemente da uno all'altro dei protagonisti. Uno degli elementi migliori del suo stile è il suo modo di presentare, caratterizzare e descrivere i personaggi: i tre principali sono J. Lee, Andrew e Nathaniel e ciascuno di essi ci viene raccontato a 360 gradi attraverso descrizioni dirette, espressioni, pensieri riferiti, comportamenti.

La protagonista indiscussa è J. Lee Sullivan, la ragazza che vediamo in copertina e legata anche al titolo del libro. Questa la descrizione che troviamo di lei:
“Capelli ricci ingestibili di una sfumatura più simile all'arancio che al rosso, che per quanto tentasse di far crescere rimanevano a lunghezza delle spalle, allargandosi intorno al capo come una criniera infiammata e dandole un’aria un po’ da folletto dei boschi. Occhi verde bottiglia, di quel colore che da lontano non rivela ogni sfumatura, ma che da vicino è variegato come la superficie di un lago selvatico; corpo minuto e postura che passava dalla chiusura all'entusiasmo in un attimo.”
J. Lee (scopriremo leggendo per cosa sta la J del suo nome), ha vissuto nel Maine con i suoi genitori, ma è costretta a trasferirsi dai Cooper a Broken Arrow dopo che un evento traumatico si è abbattuto su di lei. J. Lee è una diciassettenne con un enorme entusiasmo, sempre allegra e positiva, riesce a far fronte alle difficoltà della vita con un sorriso sulle labbra e coinvolgere tutti con il suo brio. Si incupisce soltanto quando si fa riferimento alla tragedia che ha vissuto, pertanto tutti attorno a lei evitano di parlarne. I Cooper hanno un figlio di nome Andrew, su una sedia a rotelle a causa di un brutto incidente, e la ragazza lega subito con lui, divenendo grandi amici. Il destino non ha però finito con J. Lee e le giocherà un altro brutto tiro, al quale la ragazza dovrà resistere, anche se questa volta avrà un’altra persona al suo fianco ad aiutarla e sostenerla.
Andrew Cooper è un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi azzurri, a cui piaceva praticare sport al liceo. La sua passione viene, purtroppo, fermata da un incidente automobilistico in cui perde l’uso delle gambe e questo lo porterà ad isolarsi e chiudersi in sé stesso. A ciò si aggiunge anche un enorme tradimento da parte del suo migliore amico e compagno di squadra Nathaniel, che tornerà a farsi vivo poco dopo l’arrivo della sua nuova amica. Su Andrew, J. Lee e la sua grande positività hanno una enorme influenza e il ragazzo verrà spronato e convinto a rimettersi in gioco e riprendere in mano il proprio futuro, uscendo finalmente dal guscio che si era creato attorno per isolarsi.
Nathaniel Reed, infine, è il ragazzo bellissimo e perfetto che fa innamorare di sé le ragazze dell’intera scuola, ma che sembra dover stare con la solita bionda mozzafiato che non lo faccia sfigurare. In realtà, Nate è un ragazzo ben più profondo e complesso, impareremo a conoscerlo lentamente e scopriremo quanti problemi, soprattutto familiari, si celino dietro la sua maschera. È perennemente deluso da tutti coloro che gli stanno attorno perché viene puntualmente abbandonato e lasciato da solo; non ha quasi famiglia se non sua sorella, ma anche quest’ultima non gli è di molto supporto e gli causerà vari problemi. Nate svelerà, tanto a sé stesso quanto ai suoi amici, delle nuove parti di sé, quella fedele e passionale in amore e quella altruista per affetto.

Questi elementi rendono il romanzo molto piacevole, altri, invece, lo fanno apprezzare un po’ meno.
I personaggi sono tre adolescenti: Nate e J. Lee frequentano l’ultimo anno del liceo, mentre Andrew andrà al college. Utilizzano prevedibilmente un linguaggio adatto alla loro età, si scambiano epiteti bonariamente offensivi e non mancano di utilizzare parolacce o termini poco galanti. Tutto ciò non disturba la lettura, ma contribuisce a sottolineare quanto siano giovani i personaggi e parecchi elementi stonano con la loro giovane età. Trattandosi di un romance, ci ritroviamo a leggere una storia d’amore che fa sognare ad occhi aperti, ma che presto sembra trasformarsi in una relazione morbosa, in cui i due ragazzi non riusciranno a fare a meno l’una dell’altro in maniera eccessiva: ci viene detto chiaramente che i due non si separano mai, tanto che spesso J. Lee si ferma a casa di Nate senza che i Cooper ne siano minimamente disturbati; quelle poche volte che sono costretti a stare separati, iniziano subito a mandarsi messaggi con il cellulare e l’altro è sempre pronto a rispondere con immediatezza, come se si trattasse dell’ossigeno per vivere. Nella loro storia troviamo anche numerosi riferimenti non adatti alla loro età. Se all'inizio della narrazione troviamo J. Lee che cita Agatha Christie o Jane Austen (plausibile, ma che poi verranno totalmente dimenticate nella seconda metà del romanzo, quando J. Lee cambia come la Anastasia Steele di Cinquanta sfumature), in altre parti del libro la stessa ragazza si paragonerà a Bridget Jones (bellissimo personaggio letterario, ma poco adatto come paragone con una diciassettenne) o farà riferimento a Laguna blu (film del 1980, difficilmente conosciuto dagli adolescenti di oggi).
Anche altri elementi contrastano con la giovane età dei ragazzi: J. Lee ci viene presentata come una ragazza inesperta che, però, già nella prima scena hot diventa disinibita e piuttosto competente; diverse volte la giovane fa riferimento alle storie passate di Nate, paragonandosi a quelle che non chiama “le altre ragazze” da lui avute, ma addirittura “donne”, come se si trattasse di pensieri che nascono nella mente di un’adulta; il legame d’affetto tra Nate e J. Lee è davvero forte e profondo, ma è piuttosto innaturale discutere di creare una famiglia, di avere dei figli o di vivere insieme a quell'età, senza nemmeno aver terminato il liceo o aver preso in considerazione l’idea di frequentare il college o di cosa fare del proprio futuro. Nonostante i ragazzi siano presentati in maniera impeccabile e siano ben caratterizzati, sembra che crescano rapidamente da un capitolo all'altro, pur mantenendo la stessa età dall'inizio alla fine. Il loro evolversi caratterialmente e psicologicamente non avviene in contemporanea con la loro età e questo disturba un po’ lo scorrere degli eventi. La seconda parte del romanzo diviene, poi, piuttosto prevedibile, nonostante la scrittura dell’autrice tenti di celare molte informazioni al lettore per aumentare l’effetto sorpresa. Il finale sarà apprezzato da chi riesce a sognare senza barriere e limiti insieme ai due ragazzi protagonisti della vicenda.

Ringrazio Bianca per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro, le auguro di continuare la strada intrapresa perché ha dimostrato di avere talento e consiglio la lettura del suo romanzo d’esordio ai sognatori, innamorati dell’amore e delle storie che fanno brillare gli occhi, tinte anche di passionalità.

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