Uno degli autori che più amo è certamente Jo Nesbø. Non so quanti lettori lo conoscano, io stessa, nonostante sia stato tradotto già dieci anni fa in Italia, l’ho scoperto solo da due anni.
Jo è un tipo molto particolare. Prima di cominciare a scrivere romanzi ha fatto il calciatore, l’analista finanziario e il musicista (suona ancora oggi, comunque). Nel 1997 gli viene chiesto di scrivere un libro sulla vita in tour con la sua band e lui, invece, inventa il personaggio di Harry Hole e scrive il suo primo romanzo. In seguito, pubblica altri dieci libri con protagonista Hole, vari romanzi autoconclusivi (non legati, dunque, alla serie e con differenti protagonisti) e un’altra breve serie di quattro soli romanzi con protagonista il dottor Prottor e dedicati fondamentalmente ai più giovani.
Il commissario Hole (il cui cognome si pronuncia all’incirca per come è scritto, prolungando un po’ la vocale “O”) è il suo personaggio più noto e la sua serie conta ben undici libri. La serie inizia vent’anni fa, nel 1997, con uno sconosciuto Harry Hole che si ritrova in Australia ad indagare sulla morte dell’ambasciatore norvegese che si trova lì. Scopriamo che Harry ha non pochi problemi con l’alcol e che è da poco uscito in modo tragico da una relazione con Kristin. In Australia si innamora di Birgitta e sente quasi di poter ricominciare, ma Harry non sa cosa ancora lo aspetterà nei successivi dieci romanzi.
In questo articolo non recensisco nessuno degli undici libri della serie e nemmeno mi soffermo a raccontarne le trame. Basterà dirvi, per il momento, che i miei preferiti sono fondamentalmente quattro: Il pettirosso, L’uomo di neve, Lo spettro e Polizia. Quattro storie del tutto diverse tra loro, un Harry Hole in continua crescita ed evoluzione ed emozioni e colpi di scena assicurati.
Nesbø ha davvero uno splendido stile di scrittura: riesce a tenere il lettore incollato alle pagine e, se avete la pazienza e la voglia di leggere la serie nell’ordine originale di pubblicazione, si nota anche facilmente l’evoluzione del suo stile. Nei primi romanzi, infatti, il racconto dei fatti ci viene presentato dal singolo punto di vista di Hole; dal terzo libro, invece, Jo inizia a sperimentare inserendo descrizioni e narrazioni che stuzzicano la fantasia del lettore come se si trattasse di scene cinematografiche ed inserisce, inoltre, la molteplicità dei punti di vista, giocando anche sul piano spazio-temporale; nei successivi romanzi e fino all’ultimo della serie, infine, arriverà a presentarci direttamente il punto di vista dell’assassino (come in Sete) o quello della vittima (come ne Lo spettro, non a caso uno dei miei preferiti).
Ottobre 2017 vedrà l’uscita nelle sale cinematografiche dell’adattamento di uno dei romanzi della serie, L’uomo di neve. Il tenebroso Harry Hole sarà, sul grande schermo, il bel Michael Fassbender, che dovrà fronteggiare proprio l’Uomo di neve. Il serial killer così chiamato, infatti, comincia a mietere vittime tra le donne sposate di Oslo e l’obiettivo di Harry sarà proprio quello di smascherarlo e catturarlo prima che uccida la vittima successiva. Non può immaginare la vera identità dell’Uomo di neve fino alla fine delle indagini e la rivelazione sarà uno shock tanto per lui quanto per il lettore-spettatore.
Avete letto qualche romanzo di Jo Nesbø? Vi ho incuriositi almeno un pochino con le mie parole? Pensate di leggere L’uomo di neve prima dell’uscita del film? Oppure lo recupererete solo dopo essere stati al cinema? Io ho altissime aspettative per questo film: il romanzo mi è piaciuto davvero tanto e spero, dunque, che il film non mi deludi!
Nessun commento:
Posta un commento